Ci sono voluti 36 anni, e 17 album e numerosi premi e centinaia di concerti, per vederlo sul palco dell’Ariston al festival di Sanremo. Merito di Claudio Baglioni, che lo ha scelto, ma merito soprattutto suo e della sua world music che da tre decenni esplora, approfondisce, arricchisce fino ad averne fatto il suo marchio di fabbrica.
Enzo Avitabile sarà al festival con Il coraggio di ogni giorno, «un omaggio agli uomini di tutti i giorni, ai signor nessuno ai quali vogliamo dare voce, un inno alla vita, che nasce da Scampia, la mia terra, e tende a superare i confini, e al rapporto tra finito e infinito», spiega il musicista campano che va all’Ariston per portare un messaggio di «condivisione, fatto di parole e suoni dal mondo».
Ma senza aspettative. «Non immagino cose che devo ancora vivere, dalle aspettative arrivano le delusioni». Per raggiungere l’obiettivo prefissato, accanto a lui ci sarà Peppe Servillo, già vincitore di Sanremo nel 2000 con gli Avion Travel. «Sarà un dialogo, non un duetto. Servillo rilegge il testo alla sua maniera». E per la serata del venerdì, gli Avion Travel al completo torneranno in Riviera, e ci sarà anche il polistrumentista Daby Touré, mauritano di origine ma parigino di adozione. Il brano, con gli arrangiamenti di Celso Valli, porta la firma anche di Pacifico (che ha scritto anche il pezzo di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli e quello, con cui è anche in gara, di Ornella Vanoni e Bungaro).
«Era da tempo che volevamo fare qualcosa insieme, il nostro è stato uno scambio naturale, un bel pezzo a quattro mani, diviso e condiviso, ancora nella volontà del dialogo e dei possibili incroci». Il 9 febbraio esce anche il primo Best of della carriera di Avitabile: Pelle differente, cofanetto antologico con 2 cd e 28 brani (due dei quali inediti, il brano sanremese e Respirando, «un brano molto tantrico»), pubblicato da Sony. «Ho sentito di mettere un punto alla mia carriera. Ma dovevo decidere su cosa puntare, avendo io una vasta produzione sinfonica, strumentale, per il cinema… ho scelto la forma canzone. Dall’82, quando ho iniziato, a questo festival di Sanremo».
Una sorta di guida nell’universo musicale di Avitabile, un excursus sugli incontri artistici, sulle tante collaborazioni collezionate, sugli assemblaggi musicali sperimentati durante la sua carriera. «Non ho nessun rimpianto. Ciò che è stato è stato. E sono felice di dove sono arrivato. Sanremo compreso, essere lì per me è già una vittoria. E la non eliminazione decisa da Baglioni è un modo per tutelare gli artisti, per tranquillizzarli. In questo modo sei più concentrato sul risultato artistico che sulla gara. E non c’è un ultimo, c’è un ventesimo».
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