A 10 anni dalla morte, il re del pop è più che mai lui, Michael Jackson, il musicista la cui influenza mondiale e sugli artisti suoi contemporanei non conosce limiti. A lui, al King of Pop, è dedicata la mostra aperta da oggi al 14 febbraio 2019 al pubblico negli spettacolari spazi del Grand Palais di Parigi. “On the Wall”, questo il titolo dell’esposizione che arriva a Parigi dopo l’esordio in estate alla National Portrait Gallery di Londra, vuole mostrare come Michael Jackson sia diventato, da quando Andy Warhol utilizzò e immortalò la sua immagine per la prima volta nel 1982, il personaggio culturale più rappresentato al mondo dagli artisti suoi contemporanei più celebri. Centoventi opere di una quarantina di grandi artisti, girano attorno al mito del cantante e ballerino in questa mostra il cui titolo, “On The Wall”, richiama direttamente l’album del “re della pop music”, “Off the wall”, del 1979. Ci sono dipinti, sculture, molte foto e video, tutte opere che scavano ed esplorano l’immenso impatto artistico del protagonista che perfettamente a suo agio navigava fra la musica, la danza, i videoclip e la moda. E in tutte queste declinazioni della sua arte, la sua poliedrica capacità di attrarre non risparmiò gli artisti del suo tempo. Warhol, che nel ritrarre gli artisti simbolo era il campione, fu uno dei primi ad essere affascinato dalla star-bambino diventata fenomeno planetario. Nel 1977 il primo incontro, subito dopo “The Wiz”, il film ispirato a “Il mago di Oz” in cui Jackson interpretava lo spaventapasseri. Al Grand Palais, numerose sono le foto nate dal sodalizio con Warhol. Ma a colpire l’immaginario del visitatore, insieme all’immagine certo più famosa di Jackson visto da Warhol, quella che sprizza luminosità e che fu commissionata nel 1984 dal periodico Time, ci sono altre tre opere memorabili: quella del pittore americano Kehinde Wiley, che immortalò Jackson come un monarca a cavallo con tanto di armatura decorata, quadro direttamente ispirato al ritratto equestre di Filippo II, dipinto da Rubens nel 1628. David LaChapelle, celebre fotografo delle star americane, fu ispirato dal celebre hit di Jackson “Billie Jean” per proporre un’immagine storica del cantante che cammina leggermente sulle lastre che si illuminano al suo passaggio. Fra le opere esposte e più originali, quella di Lorraine O’Grady, che ebbe l’idea di accostare le immagini e i destini di due artisti moderni e dal percorso drammatico, Charles Baudelaire e Michael Jackson. Il creatore del celebre “Moonwalk” ispirò anche il pittore cinese Yan Pei-Ming, che realizzò un suo ritratto monumentale (2 metri per 2), in bianco e nero, di un Michael Jackson dall’espressione intensa. La mostra, dopo Parigi, sarà presentata al Bundeskunsthalle di Bonn, in Germania, fino al prossimo luglio, poi al Museo d’arte moderna di Espoo, in Finlandia, fino al gennaio 2020.
Tullio Giannotti, ANSA