House of the Dragon, il dolore di una regina. Trama e recensione del finale di stagione

House of the Dragon, il dolore di una regina. Trama e recensione del finale di stagione

L’episodio 10 in versione originale sottotitolata è andato in onda, in contemporanea con gli Usa, lunedì 24 ottobre alle 3 del mattino, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Disponibile on demand, in replica stasera, arriverà doppiato in italiano lunedì 31 ottobre. Ecco cosa è successo

Lunedì 24 ottobre, alle 3 del mattino, in contemporanea con gli Stati Uniti, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, è andato in onda il decimo e ultimo episodio della prima stagione di House of the Dragon (LO SPECIALE), la serie HBO spin-off de Il Trono di Spade – Game of Thrones. Ecco cosa è successo nell’episodio.


HOUSE OF THE DRAGON, EPISODIO 10: LA TRAMA

Lucerys parla con Rhaenyra del suo futuro, teme di non essere all’altezza del compito che lo aspetta in quanto re di Driftmark, la madre gli confida dei dubbi che ebbe lei quando il padre le disse che sarebbe stata la sua erede sul trono di spade. Mentre i due parlano, Rhaenys arriva a Driftmark e chiede udienza immediata con Rhaenyra e Daemon. Rhaenys annuncia a Rhaenyra la morte di Viserys e l’incoronazione di Aegon. Daemon sospetta che Alicent abbia ucciso Viserys per portare sul trono i figlio. Rhaenys consiglia a Rhaenyra di lasciare subito Roccia del Drago per non essere catturata dai Verdi. Mentre Rhaenyra è alle prese con le doglie, Daemon prepara l’attacco.

Su incarico della madre, Jacaerys ferma i piani di guerra di Daemon, quest’ultimo però lo conduce fuori, dove chiede a due membri della guardia del re di rinnovare il giuramento di fedeltà a Rhaenyra, offrendo loro come alternativa, nel caso dichiarassero immediatamente di voler sostenere il diritto di Aegon, una morte rapida per mezzo del fuoco del suo drago e ammonendoli che se invece dovessero cambiare fazione in futuro, avranno una morte lenta e dolorosa.

Rhaenyra, tra atroci sofferenze, espelle il feto non ancora formato, lo tiene tra le braccia e poi, lei stessa, lo prepara per la sepoltura. Daemon vive il suo lutto distante e da solo, sulla scogliera, prima che tutta la famiglia si riunisca per le esequie funebri. La cerimonia viene interrotta dall’arrivo di un soldato: è Erryk, che giura la sua fedeltà a Rhaenyra portando con sé la corona che fu di Viserys. Rhaenyra viene incoronata regina a Roccia del Drago, Rhaenys è l’unica che non si inchina a lei, osservandola con un sorriso orgoglioso.

Rhaenyra si riunisce con Daemon e i suoi consiglieri per capire quali casate potranno esserle alleate, tra le certezze figurano Grande Inverno e Delta delle Acque, il dubbio più importante è legato alla decisione di Lord Corlys Velaryon e alla flotta di Driftmark, cruciale per gli equilibri della guerra. Contro Rhaenyra saranno invece schierati i Lannister e tutti i loro alleati. La regina, però, può contare su un numero di draghi decisamente superiore a quello dei suoi avversari. Mentre la riunione prosegue, un veliero che porta la bandiera di un drago verde a tre teste entra in porto.

Otto arriva a Roccia del Drago, accolto da Daemon e dalla sua guardia. Il Primo Cavaliere chiede di Rhaenyra, che arriva in quel momento in volo a cavallo di Syrax. Otto propone a Rhaenyra una resa: dovrà riconoscere Aegon come re, in cambio terrà il possesso di Roccia del Drago che poi passerà a Jacaerys, Lucerys sarà confermato Lord di Driftmark, i figli avuti con Daemon avranno ruoli importanti a corte. Daemon respinge la proposta, Otto spiega che tutti i simboli della legittimità sono in mano a Aegon e che le casate degli Stark, dei Baratheon e dei Tully stanno valutando l’offerta. Rhaenyra strappa la spilla da Primo Cavaliere di Otto, accusandolo di tradimento, lui gioca la carta dell’affetto tra Rhaenyra e Alicent. E mentre Daemon è pronto a sferrare l’attacco, Rhaenyra ordina di riporre le armi, dicendo a Otto che risponderà alla proposta la mattina dopo.

Riunitasi con i suoi consiglieri, Rhaenyra afferma di non volere una guerra sanguinosa, di non voler mettere a fuoco i Sette Regni coi draghi. Lo scontro con Daemon è violento e si sviluppa dopo che gli altri hanno lasciato la stanza. Rhaenyra gli accenna alla profezia del Canto del Ghiaccio e del Fuoco e lui reagisce stringendole una mano intorno al collo, rifiutando di obbedire agli ordini che arrivano da un presagio.

Rhaenys si reca in visita nella stanza di Corlys. Lo rimprovera di averla abbandonata quando lei aveva più bisogno di lui, poi lo aggiorna su ciò che è accaduto, sulla morte di Viserys ma anche su quella di Vaemond. Corlys propone di non sostenere nessuna delle due parti e ritirarsi insieme ad Alta Marea, ma Rhaenys gli ricorda che i loro nipoti, Jacaerys, Lucerys e Joffrey, non potranno mai essere al sicuro finché Aegon sarà re. E quando il marito le ricorda il ruolo avuto da Rhaenyra nella presunta morte di Laenor, Rhaenys gli rivela gli sforzi che la regina sta compiendo in quel momento per evitare la guerra.

Corlys e Rhaenys fanno il loro ingresso nella sala del Tavolo Dipinto per dare il loro appoggio a Rhaenyra, che ribadisce la sua volontà di non attaccare per prima. Corlys comunica che le Stepstones sono ormai sotto il suo controllo e propone di bloccare il Mare Stretto per poter cingere d’assedio la Fortezza Rossa. Rhaenyra però vuole prima capire se avrà il sostegno di Grande Inverno, Nido dell’Aquila e Capo Tempesta. L’invio dei corvi coi messaggi è imminente, ma Jacaerys propone che siano lui e Lucerys gli ambasciatori della madre, a cavallo dei loro draghi. Daemon intanto si reca nella tana di un altro drago per tentare di domarlo.

Lucerys arriva a Capo Tempesta per portare il messaggio a Lord Borros Baratheon, ma al suo arrivo scopre che Aemond è già lì, con Vhagar. Il sovrano di Capo Tempesta respinge la proposta della regina, che non gli offre niente in cambio, mentre Aegon gli ha proposto un matrimonio tra Aemond e una delle sue figlie. Borros manda via Lucerys, ma Aemond lo ferma chiamandolo “Lord Strong”. Lucerys non cede alle provocazioni, Aemond chiede un suo occhio e si rifiuta, quando fa per attaccarlo, viene fermato da Lord Borros. Lucerys va via, volando dentro una bufera, ma lui e Arrax vengono inseguiti da Vhagar e Aemond in uno scontro impari. Sembrano riuscire a fuggire, ma il drago più piccolo provoca il più grande sputandogli fuoco addosso, Vhagar, ormai fuori controllo, attacca Arrax e lo dilania con un solo morso, uccidendo anche Lucerys. Rhaenyra viene informata da Daemon della morte del figlio, il suo sguardo è gonfio di lacrime e carico di desiderio di vendetta.

HOUSE OF THE DRAGON, EPISODIO 10: LA RECENSIONE

Un finale di stagione denso di pathos e azione, che si conclude con un cliffhanger che ci lancia verso la seconda stagione già annunciata. L’episodio 10 di House of the Dragon racconta una volta di più di quanto sia ineluttabile il destino, di come essere re o regine non sia un privilegio ma un fardello reso ancora più pesante dall’immenso carico di dolore che si porta appresso.

Rhaenyra apre e chiude l’episodio in lacrime, sopraffatta da due lutti che non ha nemmeno il tempo di elaborare. Lo attraversa con un parto prematuro doloroso sotto l’aspetto fisico ed emotivo che non può non riportare alla mente la morte della madre Aemma e quella di Laena. Rhaenyra però lotta e sopravvive, dando alla luce un bambino morto, stringendolo al petto e vestendolo personalmente per il funerale. Eppure, conserva la sua integrità, la sua dignità, quell’umanità che è il lascito più importante del padre, Viserys il pacifico, un lascito che almeno per il momento la tiene distante da molti altri esempi di Casa Targaryen.

Al di là delle suggestioni, Rhaenyra non è Daenerys Nata dalla Tempesta. La distanza, evidente nel corso di tutta la stagione, viene ribadita ancora più forte in questo ultimo episodio: “Non desidero governare un regno di cenere e ossa”, dice a Daemon che la incalza perché attacchi coi Draghi Approdo del Re cancellando nel fuoco e nel sangue la ribellione degli Hightower e riprendendosi il Trono di Spade. “Sembri tuo padre”, la rimprovera il marito, in quello che dovrebbe essere un insulto e invece è il più grande complimento possibile.

Rhaenyra, regina senza trono, ha il viso austero e lo sguardo fermo e deciso mentre indossa per la prima volta la corona. Ha appena adagiato sul fuoco il corpicino del figlio nato morto ma non mostra segni di incertezza o debolezza. Non c’è nemmeno gioia, però, non può essercene davanti alla morte di chi si ama, non può essercene davanti a un ruolo che non ha scelto, che non voleva. Non c’è ambizione nel suo cuore, solo l’accettazione e la sopportazione di una responsabilità enorme, la volontà ferma di proseguire la missione del padre, quella di governare garantendo la pace.

Rhaenyra rifugge la guerra e l’unica che pare comprenderla e apprezzarla è Rhaenys, che prima di lei si vide negato il trono e non rispose con la violenza. Una Rhaenys che in quest’ultimo episodio vediamo al massimo del suo potenziale, capace ancora una volta di pilotare gli eventi. Se nel nono episodio aveva fatto scattare la molla di Alicent, qui è ancora lei a spingere Corlys verso la scelta di sostenere Rhaenyra nella guerra imminente contro Aegon: “Quella ragazza sta tenendo il regno unito”, replica al marito che prova a ricordarle il ruolo che la figlia di Viserys avrebbe avuto nella presunta morte di Laenor.

I draghi giocano un ruolo fondamentale in questo finale di stagione, mettendo insieme uno screentime probabilmente superiore a quello accumulato nei precedenti nove episodi. Giocano un ruolo fondamentale sotto l’aspetto strategico, perché spostano gli equilibri della contesa, lo giocano anche nel rifiuto di Rhaenyra di utilizzarli come arma di distruzione di massa. Lo giocano, ancora di più, in un finale tesissimo, caratterizzato da un inseguimento spettacolare, da uno scontro impari. L’immagine di Vhagar che plana sopra Arrax è impressionante per la sproporzione di forze che rappresenta e indica che non sarà poi così semplice, per Rhaenyra, vincere un eventuale guerra.

Ed è questo finale, in cui ancora una volta l’odio dei figli pare sconfiggere l’amore delle madri, a poter segnare, con la prima vittima illustre di questa guerra ancora in embrione, una cesura netta nel personaggio di Rhaenyra. Perché c’è un limite alla sofferenza che un essere umano può sopportare. L’ultimo fotogramma che abbiamo di questa prima stagione è un primo piano stretto di Rhaenyra, gli occhi gonfi di lacrime e lo sguardo fisso e deciso, nelle sue iridi brilla un barlume della follia Targaryen, la stessa che attraversa gli occhi di Daenerys durante l’attacco ad Approdo del Re nel finale di Game of Thrones. Ancora una volta potremmo trovarci davanti a un mostro creato dal corso degli eventi, ma per scoprire se sarà davvero così, dovremo aspettare la seconda stagione.

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