CORRADO FORMIGLI, APPELLO A PAPA FRANCESCO: ‘GUARDI IL NOSTRO SERVIZIO SU CHIESA E ACCOGLIENZA, È SCIOCCANTE’

CORRADO FORMIGLI, APPELLO A PAPA FRANCESCO: ‘GUARDI IL NOSTRO SERVIZIO SU CHIESA E ACCOGLIENZA, È SCIOCCANTE’

corrado formigli

(di Lara Loreti, sildenafil Tvzap) Il giornalista torna con Piazzapulita, look che prende il posto di Santoro il giovedì su La7. “Daremo uno spaccato dell’Italia”. Tra le novità il Renzometro, per misurare se il Governo mantiene le promesse.  Come sono gli italiani? Razzisti? Accoglienti? Furbetti o onesti? Corrado Formigli, per la sua nuova edizione di Piazzapulita, in onda da giovedì 24 settembre su La 7, rispolvera la candid camera per seguire gli italiani e raccontarne le abitudini e i cambiamenti. “Vogliamo offrire ai telespettatori uno spaccato sociale dell’Italia”, dice il giornalista, per la quinta volta alla guida del programma. Tante le novità della nuova edizione del talk show presentate dallo stesso Formigli, insieme all’amministratore delegato di La 7, Marco Ghigliani, in una conferenza stampa-show fatta di battute, ma anche di dibattito su politica e tv. Piazzapulita quest’anno andrà in onda di giovedì, serata che fino allo scorso anno era di Michele Santoro e del suo Servizio Pubblico. E per l’occasione si presenta più ricco, più giovane e pieno di sorprese. Un esempio? Il cosiddetto Renzometro. “Controlleremo le promesse fatte dal Governo Renzi per capire se sono state mantenute e a che punto sono – spiega Formigli – Ne abbiamo prese in esame 27, che monitoreremo anche attraverso la nostra pagina facebook. Una formula ispirata all’Obameter americano, che ha vinto il premio Pulitzer, e che monitora le attività dell’amministrazione Obama passo passo. Non aspiriamo al Pulitzer, ma non si sa mai”.

Il tema della prima puntata sarà quello dei profughi: “Parleremo della crisi dell’idea di Europa, una realtà su cui abbiamo lavorato tanto, ma che ora sembra possa svanire da un momento all’altro – dice il giornalista napoletano – Quello dei migranti è un tema che sentiamo molto. In studio ne discuteremo con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e con altri ospiti come Gino Strada, Oliviero Toscani, Paolo Mieli e Alessandro Sallusti. Avremo dei reportage esclusivi: il nostro sarà qualcosa di più di un racconto. I nostri giornalisti si sono calati completamente nei panni dei rifugiati e sono diventati essi stessi profughi. Hanno così seguito il loro percorso sia nel cuore dell’Europa sia in Italia”. Un altro argomento focus della prima puntata di Piazzapulita è quello dell’accoglienza: “Racconteremo come i migranti vengono accolti in Italia e in particolare dalla chiesa: abbiamo in programma un servizio choc”, rivela il conduttore, che poi spiazza tutti rivolgendosi direttamente a Papa Francesco: “Vorrei fare un appello al pontefice: lo invito, al suo rientro dal viaggio americano, a guardare il nostro servizio sull’accoglienza della chiesa verso i profughi, un lavoro da cui viene fuori un quadro scioccante. E non voglio anticipare altro”.

Nuovo look per Piazzapulita anche in studio: basta con la formula del presentatore al centro di un cerchio di poltrone occupate dagli ospiti. “La scenografia è cambiata completamente – spiega Formigli – e di conseguenza sono nuove anche scaletta e scansione del programma. Ho rotto il cerchio, non ce la facevo più a stare al centro. E così il nuovo studio sarà aperto e policentrico. Ci sarà anche un tavolo, che ha un valore simbolico: chi si siede lo farà per dire qualcosa di importante e per prendere un impegno”. La squadra capitanata da Formigli appare più giovane (la media è di trent’anni) e arrichita, tra l’altro, da Alessandra Frigo, autrice che viene dalle Iene, per un “tocco più fresco e provocatorio”, come dice lo stesso Formigli, e dal giornalista inviato Luca Bertazzoni, già visto in Servizio Pubblico. Ma che effetto fa a Formigli aver ereditato la serata che fu del suo maestro Santoro? “Michele mi ha insegnato che la tv è artigianato – risponde il giornalista, che ha 47 anni – Non siamo amici e non ci sentiamo spesso, ma se capitasse non avrei alcun problema ad invitarlo in trasmissione”.

E che dire della polemica, alimentata dallo stesso premier Matteo Renzi attraverso un tweet, sulla presunta crisi dei talk show? “Questo è un discorso vecchio che non combacia con la realtà – risponde Formigli – Piuttosto che fare critiche generiche, sarebbe meglio essere più precisi ed eventualmente usare gli strumenti a disposizione, come querele e rettifiche, nel momento in cui si è di fronte a una informazione errata. I talk show non sono in crisi. I telespettatori sono diminuiti perché c’è stato un frazionamento del pubblico in quanto è cresciuta l’offerta”.

Torna in alto