Donald Trump continua la sua campagna elettorale per la Casa Bianca e, come tradizione per il magnate, riceve nuove reazioni negative dagli artisti che scoprono l’uso non autorizzato dei loro brani nei comizi. Oggi è il turno dei Foo Fighters, che alla domanda se fosse stato consentito l’uso di ‘My Hero’ per accogliere Kennedy Jr. sul palco nell’ultima apparizione dal vivo del candidato repubblicano, rispondono con un secco “no”. “Facciamo chiarezza”, recita il post su X della band di Dave Grohl che rilancia lo screenshot dello scambio con un utente.
Let us be clear. pic.twitter.com/gexHWjPMYh— Foo Fighters (@foofighters) August 24, 2024
Da Beyoncé ai Rolling Stones, i precedenti
Quello tra Trump e le ‘colonne sonore’ dei comizi è un rapporto piuttosto complicato. Di recente, Beyoncé ha diffidato il magnate dall’usare il brano ‘Freedom’ sul palco, mentre il team di Céline Dion ha spiegato che Trump non aveva “alcun diritto” di usare il classico della cantante ‘My Heart Will Go On’. Ma sono decine negli anni gli artisti che hanno contestato l’uso dei loro brani da parte del candidato. Nel 2020 Neil Young ha fatto causa a Trump per violazione del copyright delle sue canzoni per aver usato alcuni dei suoi brani senza autorizzazione. No anche da Dave Porter, coautore del brano di Sam & Dave intitolato ‘Hold on, I’m coming’: “Non scrivo musica per dividere le persone”, ha commentato. E ancora, lo scorso marzo gli eredi di Sinéad O’Connor avevano diffidato Trump dall’usare ‘Nothing compares 2U’, mentre in passato, a dire un netto ‘no’ all’uso dei loro brani erano stati leggende come i Rolling Stones, Tom Petty, Bruce Springsteen, ma anche Adele e gli eredi di George Harrison.