Il 24 luglio 1949 Fausto Coppi entra nella leggenda: è il primo italiano a vincere il Tour de France, dopo aver conquistato anche il Giro d’Italia. A settantacinque anni da quell’impresa, Rai Cultura commemora l’uomo e il campione proponendone il ritratto in “Italiani”, in onda mercoledì 24 luglio alle 12.00 su Rai Storia. Lo speciale ripercorre la sua vita, intrecciando vicende storiche e racconti biografici, anche nelle pagine meno conosciute e con alcuni aneddoti, tra cui il suo avventuroso ritorno a casa nel 1945.
Coppi nasce a Castellania, Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta, diventando campione già in giovane età. A soli vent’anni, infatti, vince il suo primo Giro d’Italia il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia.
Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia. Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Appena finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta verso casa, percorrendo oltre 800 km fino a raggiungere la sua Castellania.
Nel 1946, in un paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: inizia allora la leggendaria rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 arriva la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi sia il Giro che il Tour de France nello stesso anno, diventando per tutti il “Campionissimo”. Collezionerà numerose vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano.
Gli anni ’50 sono importanti anche nella sua vita privata: a 28 anni muore il fratello amato Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con la quale aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la “dama bianca”. Questa unione suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dalla loro relazione, nel 1955, nasce il figlio Faustino.
A fine 1959, Coppi viene invitato a partecipare a una gara in Africa, dove contrae la malaria. Rientra in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.