In sala giovedì ‘La mia vita con John F. Donovan’, settimo film dell’enfant prodige canadese. Protagonista l’ex Jon Snow che dopo una crisi e un periodo in un rehab sembra tornato sereno
John F. Donovan è una giovane star della tv, ha costruito il suo successo su una saga che vanta milioni di fan in tutto il mondo ma la sua vita è in equilibrio instabile tra l’immagine che è costretto a rimandare al di fuori e i suoi veri desideri, la sua vera identità. Kit Harington interpreta John F. Donovan nel film del regista enfant prodige canadese Xavier Dolan (otto titoli a soli 30 anni), orfano del suo Jon Snow approda sul grande schermo da giovedì in La mia vita con John F. Donovan di cui Repubblica vi presenta i primi sette minuti in esclusiva. Girato prima dell’ultima stagione del Trono di spade, presentato al Toronto film festival e ancora inedito negli Stati Uniti, il film sembra giocare con l’immagine di Harington e il suo ruolo nell’industria televisiva grazie all’indimenticato Jon Snow, personaggio che lo ha traghettato direttamente nell’empireo delle celebrità, separarsi dal quale lo ha gettato in uno sconforto tale da aver dovuto ricorrere a un ricovero in un rehab. Solo un anno fa il matrimonio con la collega di set Rose Leslie, la Ygritte del Trono, da qualche giorno è riapparso a Londra e pare abbia riconquistato la serenità. Questo nella vita reale.In quella cinematografica il John di Dolan è invece una tormentata star, costretta a nascondere la sua omosessualità pur di continuare a lavorare nell’industria che lo ha lanciato. Il film, un concentrato di star da Natalie Portman a Kathy Bates, da Thandie Newton a Susan Sarandon al giovanissimo Jacob Tremblay (Room e Wonder), racconta Donovan a partire dalla sua morte, per overdose a soli 29 anni, attraverso il rapporto epistolare che la star aveva tenuto per anni con un ragazzino – attore. Ispirato a Letters to a Young Poet di Rainer Maria Rilke, “La mia vita con John F. Donovan è la reminiscenza di un’amicizia – spiega Dolan nelle sue note di regia – È un’amicizia di penna, in cui uno dei due corrispondenti, dopo anni dalla morte dell’attore a cui scriveva da piccolo, ricorda la loro amicizia. Tutto nella sceneggiatura è ispirato alle cose a cui ho assistito, che ho sentito raccontare o di cui sono venuto a sapere. E il fatto che io sia un regista e anche un attore mi ha facilitato le cose, anche se non si tratta di una storia autobiografica. Il film passa dal tema dello show business a un’analisi più privata della vita quotidiana di un giovane uomo che lotta per diventare una grande star, per essere ricordato come un grande attore, e che allo stesso tempo vuole vivere liberamente il suo sogno e la sua vita. E racconta di quanto sia difficile riuscire a fare tutto questo a Hollywood”.È d’accordo Kit Harington: “John recita in una famosissima serie televisiva e sta per fare il suo primo grande passo nel cinema. È amico di penna di un ragazzino inglese di undici anni e tiene nascosto di essere gay. Ma un giorno una rivista di gossip rivela i suoi segreti. Sta per interpretare un supereroe in una grande franchise e questo scandalo blocca tutto. È una storia molto attuale nel panorama dell’industria cinematografica odierna. È arrivato il momento che a un attore apertamente gay, ad esempio, venga permesso d’interpretare un supereroe senza che questo sia il tema di discussione del film, ma purtroppo c’è ancora un’area grigia nella nostra industria. Uno studio non lo direbbe mai apertamente, ma quando cercano un attore per interpretare la prossima franchise di un supereroe tengono in considerazione anche la sua vita privata. Oggi più che mai le persone famose non hanno più una vita privata e vengono incoraggiate a non averla da Twitter e da Instagram. Chi sei nel privato influenza i ruoli che verrai chiamato a interpretare sullo schermo. Tutto questo cambierà, e i film come questo sono importanti proprio per rendere possibile questo cambiamento”.”Cosa dovremmo sapere di un artista? Cosa dovrebbe rivelare lui di se stesso? E perché è importante per noi?” si chiede verso la fine del film l’ormai cresciuto ragazzino di penna che ha scelto di raccontare la storia di John e anche la sua in un libro che sta per essere pubblicato. Domande che di sicuro si è posto anche Kit Harington.
Chiara Ugolini, repubblica.it