C’è chi si era apertamente schierato per il restare nell’Unione e chi era per il no come Liz Hurley. «Goodbye U.K., adesso vorrei tanto avere i poteri magici» sintetizza l’autrice di Harry Potter, JK Rowling
La Gran Bretagna lascia l’Unione Europa. E molti sue star piangono. Il referendum sulla Brexit ha visto trionfare il fronte indipendentista con circa il 52% delle preferenze contro il 48 di chi voleva restare con Bruxelles. Ci sono però anche voci liete come quella di Liz Hurley per cui cantano gli uccellini. Sono soprattutto i giovani a essere spiazzati, Da Ellie Gouldin a Lily Allen. Triste per le giovani generazioni inglesi James Corden, pronta a vedere la Gran Bretagna sfasciata JK Rowling che non risparmia critiche a David Cameron. E Hugh Laurie pensa ai tifosi inglesi in Francia che pagheranno molto più cara la birra.
David Cameron parla attorno alle 9 e 20 e dice che non sarà lui a fare la trattativa con l’Ue. «Ci sono momenti in cui è giusto chiedere al popolo. Sarà rispettata la sua volontà di uscire dall’Unione Europea. Grazie a tutti quanto hanno partecipato alle campagne». Il premier rassicura sulla forza dell’economia britannica e dice che non ci saranno cambiamenti nelle modalità di viaggio.
«Dobbiamo prepararci per una negoziazione con l’Unione insieme a tutti, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Il nostro paese ha bisogno di una leadership, lo farò nelle prossime settimane e mesi (fino a ottobre quando si riunirà partito conservatore), ma non sarò io a guidare la Gran Bretagna in questo nuovo viaggio. I negoziati saranno fatti con un nuovo ministro. Il governo si riunirà lunedì. Ho parlato con la regina stamattina. Spiegherò al consiglio europeo della prossima settimana la mia decisione». A succedergli, dicono i bookmakers, potrebbe Boris Johnson, ex sindaco di Londra, conservatore e antieuropeista. Boris il rosso parla di controllo: «La gente ha voluto riprendere il controllo. La Gran Bretagna rimarrà culturalmente europea e i nostri rapporti rimarranno buoni. L’Unione Eruopea era una bella idea che non ha più motivo di essere per la Gran Bretagna».
Bruxelles si prepara a fronteggiare l’emergenza. Primi a farlo saranno i presidenti di turno, un questo caso l’olandese Rutte e insieme a quelli della Commissione, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, che già ieri aveva detto «chi è fuori è fuori»e dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz. Stessa attenzione dalla Banca Centrale Europea per evitare la troppa instabilità per i mercati finanziari e per l’Euro. Il fatto che la sterlina sia già crollata sui mercati aperti fa pensare a eventuali speculazioni. La prossima settimana c’è anche il consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Sabato a Berlino si riusniscono gli stati fondatori: il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi.
Ci sono differenze nel paese. È il caso di Londra e della Scozia. A Edinburgo e dintorni hanno votato per il 60% a favore dell’Europa e ne sono fuori. Ora c’è chi pensa a un nuovo referendum indipendentista scozzese. Non sarà Cameron ad avviare i negoziati con Bruxelles per uscire definitivamente dall’Unione, nonostante un gruppo di parlamentari, compreso l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, avessero firmato una lettera in cui gli si chiedeva di essere lui a trattare secondo quanto stabilisce il finora mai utilizzato articolo 50 del trattato di Lisbona.
Della Scozia parla Jk Rowling. La mamma di Harry Potter scrive su twitter: «Ora la Scozia vede l’indipendenza. Due rotture sono l’eredità di Cameron e nessuna delle due doveva accadere». E aggiunge: «Non ho mai voluto avere poteri magici come adesso». L’Irlanda del Nord è pronta a lasciare il Regno Unito e a raggiungere l’Eire. E Ian Bremmer che insegna alla New York University ironizza: «Quando saranno solo Inghilterra e Galles si toglierà il Gran davanti a Bretagna?».
Esultano al di qua della Manica Marine Le Pen e Matteo Salvini. Il leader della Lega twitta: «Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. GRAZIE UK, ora tocca a noi. #Brexit». E in conferenza stampa annuncia: «Ci proveremo anche noi. Speriamo che l’Italia non sia l’unica ad abbandonare la barca europea che affonda». Inneggia alla libertà la Le Pen dal Front National francese e auspica la stessa consultazione a Parigi. Ribadisce la forza dell’Europa il presidente francese Hollande: «Serve uno scatto in avanti dell’Europa».
Europeista invece la risposta di Matteo Renzi che twitta. «Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro». A Skytg24 il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz si è detto deluso e triste, per entrambe le parti:«Dobbiamo rispettare la volontà sovrana del Regno Unito. E’ un Paese che ha sempre oscillato e adesso hanno deciso per l’uscita. Escono dal mercato unico più grande del mondo. Basta pensare alla quotazione della sterlina, che ha raggiunto i minimi storici. Si prevedono periodi difficili». Il governatore della Banca d’Inghilterra dice che le banche hanno immesso nuovo capitale e può fornire liquidità anche in altre valute.
L’articolo 50 del trattato di Lisbona, quello che parla dell’uscita di un paese membro dall’Unione, non è mai stato utilizzato. Il processo durerà dai due ai dieci anni. Già la prossima settimana Cameron potrebbe comunicare ufficialmente la posizione britannica nel vertice europeo che sarà preceduto da riunione senza la Gran Bretagna. Dall’attivazione dell’articolo 50 partono i due anni massimi previsti per negoziare l’uscita, ma nel mentre non ci sarà vuoto legislativo.
Fino all’uscita formale della Gran Bretagna la legge Ue resta valida nel Regno Unito. Londra continuerà a essere membro a tutti gli effetti dell’Ue, voterà e prenderà decisioni ma sarà esclusa da quelle sulla Brexit. Se il processo non si chiude in due anni la decisione di dare più tempo deve essere unanime negli altri paesi. Jean Claude Junker ha detto che non ci saranno ulteriori negoziati con il Regno Unito e che i patti dovranno essere accettabili per entrambe le parti. Potrebbero essere costruiti rapporti sul modello della Norvegia o trattati come con la Svizzera.
Sono state soprattutto le fasce più anziane della popolazione a votare a favore dell’addio all’Europa. Oltre il 61% degli ultrasessantacinquenni ha votato per uscire dall’Unione. Il 75% di chi ha fra 18 e 24 anni ha scelto la permanenza in Europa e la maggiornanza anche fra i 25 e i 49. Sono però pochi i giovani andati a votare. Per l’Out hanno votato Galles e Inghilterra, esclusa la città di Londra, per l’In Scozia e Irlanda del Nord.
Era a favore del rimanere in Europa Richard Branson il miliardario della Virgin. La sua reazione: «Lasciare l’Europa è una decisione molto triste che danneggerà la prosperità della Regno Unito e la stabilità europea. La meravigliosa gente britannica supererà anche questo con unità, risolutezza e decenza». Lo stesso vale per la cantante Ellie Goulding: «Credo che sia una delle cose più terribili e devastanti mai accadute nella mia vita. Sento una paura mai provata». Incredulo l’ex calciatore Gary Lineker. La pop star Lily Allen parla ai Millennials: «Siamo veramente fottuti».
Chiara Pizzimenti, Vanity Fair