Eduardo De Filippo, il volto e voce di un dialetto, quello napoletano, diventato lingua universale, una vita vissuta interamente per il teatro. Un grande del Novecento al quale – a 120 anni dalla nascita, il 24 maggio 1900, a Napoli – Rai Cultura dedica un ritratto firmato da Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler, in onda alle 18.00 su Rai3 per il ciclo “Italiani”. Il documentario lascia parlare Eduardo e chi lo conobbe, con rare incursioni nel suo teatro e nelle sue numerose produzioni cinematografiche riproponendo alcuni dei suoi pensieri espressi nelle interviste che rilasciava con il contagocce, nelle lezioni universitarie, nelle uscite pubbliche, nelle poche apparizioni televisive.
I genitori di Eduardo – secondogenito, dopo Titina e prima di Peppino – sono il commediografo e attore Eduardo Scarpetta e sua nipote Luisa De Filippo, figlia del fratello della moglie Rosa, con la quale Eduardo ha già tre figli legittimi. I tre ragazzi nati dall’unione dovranno prendere il cognome della madre – De Filippo. Ma la famiglia resta comunque unita e i tre De Filippo lavorano in teatro da subito con il padre e gli altri fratelli Scarpetta.
Eduardo è dotato di grande talento e di un’anima libera. Fin da ragazzino gli stanno strette le coercizioni, ma ama moltissimo la scena, recitare, scrivere, organizzare gli attori, dirigerli e farsi conoscere attraverso quello che scrive e che recita. Una vita ricca di successi internazionali, ma anche di esperienze dolorose, come la morte della sua prima figlia Luisella, ancora bambina, e della seconda moglie, la lite infinita col fratello Peppino. Ma c’è, sempre e soprattutto il teatro con un lascito di commedie che sono veri e propri affreschi di umanità, indimenticabili e ancora attualissimi, con dialoghi – anche senza sottotitoli o traduzioni – rappresentati sui palcoscenici di tutto il mondo. E il pubblico ha capito, applaudito, condiviso emozioni e sentimenti.