Luca Guadagnino durante la presentazione di The Staggering Girl al Festival di Cannes omaggia Woody Allen e dice la sua sul regista newyorkese
In un periodo in cui Woody Allen è un nome pericoloso a cui associarsi, Luca Guadagnino omaggia il regista e i suoi lavori. The Staggering Girl è l’ultimo lavoro di Luca Guadagnino, si tratta di un mediometraggio che vede partecipare Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, alla produzione. Il film, nei suoi 37 minuti, racconta il ritorno in Italia di Francesca Moretti, scrittrice italo-americana di New York, interpretata da Julianne Moore, per stare accanto all’anziana madre. La location ovviamente è importante, come sempre nei film di Guadagnino. Dopo Villa Necchi a Milano in ‘Io sono l’amore’, e la casa decadente immersa nella campagna di Crema in Chiamami col tuo nome, questa volta tocca alla città di Roma.Tuttavia, quello che ha colpito del film, e delle successive dichiarazioni del regista, sono i riferimenti ai lavori del collega Woody Allen. I titoli iniziali, con l’utilizzo del font che ha accompagnato quasi tutti i lavori di Woody Allen, il famoso carattere Windsor, inaugurano The Staggering Girl. Si prosegue poi con inquadrature che riportano alla mente la New York idolatrata da Woody Allen nei suoi film, ed allo stesso modo sono un riconoscimento anche i vestisti di Julianne Moore che richiamano lo stile di Diane Keaton.Ma oltre all’aspetto stilistico ci sono anche le dichiarazioni, così da fugare ogni dubbio. Parole che arrivano dal Festival di Cannes, da cui Woody Allen manca dal 2016 con Café Society. In quell’occasione ricordiamo che la protagonista Blake Lively non apprezzò molto le battute dei giornalisti sul regista.Ma ora le parole di Guadagnino sono di tutt’altro tenore. Il regista italiano ammette di essere sempre stato “ossessionato” dai crediti iniziali e finali e di aver trovato quelli di Woody Allen “fantastici”. Uscire allo scoperto con un elogio a Woody Allen in un periodo in cui è tenuto alla larga da tutti i colleghi del cinema, da Michael Caine, che ha vinto un Oscar grazie al suo ‘Hanna e le sue sorelle’, fino a Colin Firth, è una dimostrazione di obiettività e coraggio da parte di Guadagnino, il quale poi aggiunge che avere timore a parlare di Woody Allen sarebbe una sorta di “dittatura opprimente” e che “sarebbe sconvolgente pensare che non si possa rendere omaggio a qualcuno che è stato influente nella propria arte ed educazione perché c’è qualcuno o un gruppo che pensa che debba essere bandito.”Guadagnino quindi si aggiunge alla Lucky Red, casa di distribuzione italiana che ha creduto in Allen per A Rainy Day in New York, alla spagnola MediaPro, che produrrà il suo prossimo film e a Javier Bardem che ha espresso la sua intenzione a collaborare nuovamente con il regista. Tenuto conto che si parla di accuse non dimostrate e vecchie di anni, su cui è stato scritto di tutto, è possibile che ora stia finalmente cambiando qualcosa?
Niccolò Sandroni, ilgiornale.it