ALLE ORIGINI DI OBAMA, DAGLI INIZI COME ATTIVISTA ALLA VITA BLINDATA DI WASHINGTON

ALLE ORIGINI DI OBAMA, DAGLI INIZI COME ATTIVISTA ALLA VITA BLINDATA DI WASHINGTON

In un documentario tv, che andrà in onda il 31 maggio su Retequattro, tutte le curiosità sul presidente: il leader americano raccontato attraverso interviste e testimonianze sugli anni della sua formazione politica. Confalonieri: “Ci mancherà, se dicessi che tifo Trump non sarei credibile”

obamaTutto quello che avreste voluto sapere su Barack Obama dalle curiosità sui suoi inizi come attivista, sulla sicurezza quando si sposta, ai segreti dell’Air Force One, alla vita blindata, “the bubble”, la bolla in cui vive e che, racconta l’ambasciatore americano John Phillips, caratterizza ogni visita ufficiale o minimo spostamento. La presentazione a Roma dello speciale “Il presidente” dedicato a Barack Obama, introdotto da Alessandro Banfi, che Retequattro manderà in onda il 31 maggio è ospitata a Palazzo Taverna (in platea, tra gli altri, Gianni Letta, Casini, Chicchitto), residenza dell’ambasciatore Phillips.
Dopo i ritratti di Vladimir Putin e della regina Elisabetta, in occasione dei 90 anni, Obama viene raccontato attingendo a un’intervista realizzata da Steve Kroft a “60 minutes” (trasmessa da Cbs) e ampi stralci del documentario “Becoming Barack-Evolution of leader”, che ne ripercorre la vita in un decennio cruciale, dagli anni 80 ai 90, quando, brillante laureato, cercava le sue radici e lottava per l’uguaglianza. Obama si racconta, fino alle riflessioni sull’addio alla Casa Bianca: “L’ultimo anno di mandato? Ha un sapore un po’ agrodolce. Ma mettere un paio di gambe nuove su questa poltrona, una nuova visione, sarà un bene per questa democrazia”.
La moglie dell’ambasciatore Phillips, Linda Douglass, ex giornalista, è stata al fianco di Obama nella sua campagna e lo stesso Phillips ricorda l’ascesa del giovane Barack e il suo impegno per la riforma sanitaria, sempre a fianco degli ultimi: “Sapeva ascoltare”.
Brillante e ambizioso, il ragazzo nero, figlio di un’antropologa del Kansas e un economista keniota, cresciuto alle Hawaii (come un outsider), va alla ricerca delle radici e di quel padre che conoscerà davvero da adulto grazie alla sorella. Non è il geniale studioso che immaginava, la sua assenza segna l’infanzia di Barack ma è la madre a incoraggiare il figlio, a spingerlo a studiare e a primeggiare. Il giovane laureato alla Harvard Law School, una testa di ricci, lo sguardo fiero, comincia come attivista per convincere i neri, come lui, “quelli che soffrono ancora di più”, “gli esclusi”, ad andare a votare. “Perché il cambiamento non viene dall’alto ma dalla società civile che si mobilita”. C’è poi l’Obama il presidente, quello che conquista le folle, che si scontra con il Congresso.
Donald Trump?”, gli chiede Kroft durante l’intervista trasmessa da Cbs. “Un personaggio da reality”, risponde il presidente americano “che ha saputo cavalcare un clima di antimmigrazione ma non credo finirà per diventare presidente degli Stati Uniti”. Poi le immagini nella stampa estera di Washington, il saluto. “Resteremo qui per due anni, per far finire il liceo alla nostra figlia minore e così che Michelle resti accanto alle sue piantagioni di carote”. Ma, come presidente, assicura, “Obama is out”. La figlia maggiore Malia e andrà a studiare a Harvard dove frequenterà la facoltà di Legge, come i genitori. Una nuova generazione si prepara.
“Verso Obama nutro una grande ammirazione. Un uomo ragionevole, a differenza dei suoi predecessori che volevano importare la democrazia, e abile a uscire dalla crisi economica. Ne sentiremo la mancanza. Le elezioni americane? Se dicessi che voto Trump non sarei credibile”, dice il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.

Silvia Fumarola, La Repubblica

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