John Travolta, venduto all’asta per 260mila dollari l’abito de “La febbre del sabato sera”

John Travolta, venduto all’asta per 260mila dollari l’abito de “La febbre del sabato sera”

L’iconico costume con cui Tony Manero si scatena sulle piste di Brooklyn nel film cult del 1977 era il fiore all’occhiello dell’asta di Julien’s Auctions, a Beverly Hills

Il completo bianco indossato da John Travolta ne “La febbre del sabato sera”, uno dei costumi più famosi e riconoscibili della storia del cinema, è stato venduto all’asta per 260mila dollari. La contesa tra i partecipanti seduti da Julien’s Auctions a Beverly Hills e quelli online è durata circa 15 minuti. Il prezzo di partenza era fissato tra 100mila e 200mila dollari. L’abito con cui Tony Manero si scatena sulle piste di Brooklyn nel film cult del 1977 era il fiore all’occhiello dell’asta Hollywood: Classic & Contemporary organizzata ogni anno dalla casa d’aste e dal canale Turner Classic Movies. “L’acquirente, anonimo, si aggiudica giacca, panciotto, pantaloni, camicia nera e manichino. Insomma: è pronto per essere esposto nel salotto di qualche appassionato cinefilo!”, spiega Martin Nolan, direttore esecutivo di Julien’s Auctions, mentre con i guanti di cotone sistema il famoso abito in tipico stile e materiale (100% poliestere) anni ’70. “Il costume era proprietà di un collezionista ed è accompagnato dalle lettere di autenticità della Paramount (che produsse il film) e di John Travolta”, dice Nolan.

Attesa da appassionati e investitori di tutto il mondo, Hollywood: Classic & Contemporary mette all’incanto in questo fine settimana circa 1.400 cimeli del cinema: da uno dei bastoni appartenuti a Charlie Chaplin (venduta per 39mila dollari), alla tuta gialla di Walter White di Breaking bad (2mila dollari); dal bozzetto con cui Carlo Rambaldi progettava Alien, ad alcune bacchette magiche della saga di Harry Potter; dalla scatola di sigarette che Bela Lugosi stringe nel Dracula del 1931, all’hoverboard con cui Marty McFly scappa in Ritorno al futuro 2; dal copricapo cucito per il primo film su Cleopatra del 1917, al machete di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto. “Memorabilia grandi o minuscole che recuperiamo da privati, familiari e dai magazzini degli Studios – sottolinea Nolan – Gli acquirenti sono musei, ma soprattutto collezionisti privati. Perché a meno di non aver messo piede in un cinema negli ultimi 100 anni, tutti noi abbiamo un ricordo legato a uno di questi oggetti, che hanno fatto la storia della cultura pop. Avevo 16 anni quando andai a vedere La febbre del sabato sera in un cinema di Harlem. Sono uscito cambiato. Vendere quel vestito oggi per me significa chiudere un cerchio”, sorride il direttore.

Torna in alto