La sua storia ha tanto da insegnare: un cuoco che ha alzato la testa, non dai fornelli, ma dalla paura e dalle mafie e che nei momenti più duri è stato sostenuto dalla Fede. Natale Giunta, cuoco stellato, non ha pagato il pizzo, iniziando così un incubo che racconterà ad Eva Crosetta, nella puntata di “Sulla Via di Damasco”, domani, alle 8.45 su Rai2. Sette anni sotto scorta, tra solitudine, minacce e sacrifici, solo per avere avuto il coraggio di denunciare, per continuare a preparare i suoi piatti con l’ingrediente della legalità. “Quella sofferenza è stata un’esperienza di vita – ha detto lo chef palermitano; andarsene è una sconfitta, andarsene è perdere tutto, è darla vinta. Oggi mi sento di avere una corazza addosso e non ho paura.” E’ caduto nella morsa dell’usura, l’altro protagonista della puntata, un pizzaiolo. La crisi di liquidità di questo periodo ha scatenato su di lui appetiti della criminalità, ma sulla disperazione ha vinto il calore e l’amore della Fondazione Don G. Moscati. La mafia ha bussato anche alle porte di Rocco Mangiardi, imprenditore, che ha reagito denunciando gli aguzzini, sostenuto dalla fede e dall’amore dei familiari. In conclusione del programma di Vito Sidoti, un ritratto del giudice Rosario Livatino, che sarà proclamato beato il 9 maggio ad Agrigento. Il suo sacrificio nelle parole di Piero Nava, testimone oculare dell’esecuzione, e del giornalista Paolo Borrometi.