
Un’opera cinematografica che racconta una ferita ancora aperta
Il film ‘Familia’, diretto da Francesco Costabile e prodotto da Medusa Film, è stato recentemente presentato alla Camera dei Deputati, suscitando forti emozioni e riflessioni. La proiezione si è svolta presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari, dove si sono riuniti associazioni, madri, giornaliste e rappresentanti istituzionali per affrontare il tema ancora attuale della violenza istituzionale.
Al centro del film, la storia di Licia, una madre che denuncia il marito per violenza domestica e finisce per perdere la custodia dei figli, affidati a una casa famiglia. Ambientata nel 2008, la vicenda si colloca in un periodo in cui la violenza assistita e lo stalking non erano ancora formalmente riconosciuti dalla legge. Come ha raccontato il regista Francesco Costabile, la denuncia nasce da una segnalazione scolastica, da cui inizia un doloroso percorso di sfiducia verso le Istituzioni.
Una ferita che si ripete: il caso Monteverde
A pochi giorni dalla presentazione del film, un nuovo episodio analogo emerge nel quartiere romano di Monteverde: una madre, anch’essa denunciatrice di un compagno violento, vede la figlia portata in una casa famiglia su ordine del Tribunale di Roma, nonostante l’uomo sia già rinviato a giudizio. Un caso che richiama da vicino la trama del film, provocando la reazione del regista: “E poi mi dicono che le cose sono cambiate”, ha commentato amaramente.
Un dibattito acceso e necessario
A moderare il dibattito istituzionale sono state la Deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari e Michela Nacca, Presidente di Maison Antigone, da anni attiva nel denunciare la violenza istituzionale attraverso un’inchiesta condotta con l’agenzia Dire. Nel suo intervento, Imma Cusmai, Presidente dell’associazione Femminicidio in Vita, ha ricordato la nascita nel 2017 di un movimento di madri accomunate da storie simili a quella di Licia. Cusmai ha annunciato inoltre un prossimo congresso al Parlamento Europeo, previsto per maggio a Bruxelles, dal titolo ‘Le madri strappate’.
Le testimonianze e la domanda che resta
Commosse le parole della stessa Cusmai, che ha vissuto un’esperienza analoga: sua figlia, affidata dal tribunale al padre, l’ha raggiunta spontaneamente a Malta pochi mesi prima della maggiore età, ma è stata ricollocata. “Lo strappo dei figli è come se ti strappassero il cuore”, ha dichiarato.
Il figlio maggiore di Licia, Luigi Celeste, dopo anni di abusi, ha ucciso il padre violento. Condannato a nove anni di reclusione, ha scontato la pena nel carcere di Bollate, dove ha intrapreso un percorso formativo. Oggi è un esperto di sicurezza informatica, stimato a livello professionale.
A chiudere l’incontro, la pedagogista Raffaella Bocci, che ha lasciato alla platea una domanda toccante: “Ai bambini, come ai due figli di Licia, ormai adulti… chi ridarà quel tempo?”