(di Tiziano Rapanà) E marzu pacciu? Troppo sole, quotidiano come un altro. Così non va bene, voglio la pioggia. E non per cantare con pose da Gene Kelly o per cercare la pregevole vitalità by Pace–Panzeri–Pilat, forse non è chiaro. Io non sopporto le turbolenze promesse e poi disattese. Marzu è pacciu? E allora che piova alle nove e si schiarisca alle 11, e ancora pioggia e sole con grandine qua e là. Non c’è nulla di anomalo, nemmeno nei rumors che cercano sui prossimi palinsesti autunnali. Zero fantasia e propensione alla vitalità, ma io voglio un programma sui Moicani. Devo volare alto dalla ordinarietà, mi costruisco un tappeto volante con dei tessuti colorati così mi si vedrà anche da lontano. Devo per forza fabbricarmelo, perché è meglio sentire di amori millantati nati per dormire bene la notte che di presunti e probabili o improbabili cambi e spostamenti dei palinsesti. La gente non arriva al diciotto del mese, le priorità sono altre. Epperò forse Tizio va su quel canale e Caio ritorna, Sempronio pare resti in panchina. Io voglio edificare case con i muri che si parlano tra di loro e faticano a comunicare. Muri che sussurrano, recitano e diventano muti quando vogliono dire le poesie. Perché le poesie vanno lasciate ai matti o agli incantatori di serpenti, ai plagiatori sfigati e agli innamorati. Agli altri lasciamo la linearità, da A a B. La tv va reinventata. Dal teleschermo debbono uscire invitanti porzioni di lasagne fumanti. E ai talk preferire i Talk Talk e tutto il loro universo cantato. Si dice, pare, probabilmente sarà così… e non mi importa: il padreterno ci ha dotato di fantasia? Usiamola. Mirate a guardare gli amori appassiti all’ombra dei cipressi o le crisi continue, ben raccontate nello splendido Paesaggio disegnato da Franco Simone. Mirate la primavera che nasce, le cose che si rinnovano. La tv, quell’oggetto strano che avete in casa, può starsene lì da sola a fare arredo. Proprio lì, nel pieno della sua potenza e della sua forza. Nel pieno della sua bellezza indicibile, indescrivibile. Bella e straordinaria perché spenta.