I due attori comici sono protagonisti de «Le Rane» con la regia di Barberio Corsetti. Tra gli altri spettacoli, «Sette contro Tebe» di Eschilo, «Fenicie» di Euripide
«Sulle prime abbiamo pensato a uno scherzo. Poi abbiamo capito che c’è qualcuno più incosciente di noi». Ficarra e Picone non rinunciano all’ironia nemmeno davanti alla «sacralità» del teatro. I due attori comici debuttano sul palcoscenico del Teatro greco di Siracusa e nel repertorio classico. Il 29 giugno saranno protagonisti delle Rane di Aristofane.
Ficarra è Dioniso, Picone il suo servo Xantia
«Finora ci siamo esibiti nel cabaret, con spettacolini di altro genere e misura, mai ci era capitata un’esperienza così importante. La colpa è tutta di Giorgio Barberio Corsetti», cioè del regista che firma la messinscena. «L’unica cosa che ci conforta — aggiungono — è che Aristofane non lo verrà mai a sapere: per questo abbiamo accettato. Se lo avesse saputo, avrebbe detto: ma proprio quei due dovevano recitare la mia opera?». Un’opera che, tuttavia, si basa proprio sulla comicità di fatti e situazioni: è una parodia della decadenza dell’Atene dell’epoca, denunciando la rovina in cui è scivolata la città a causa di demagoghi e politicastri corrotti. Ficarra impersona Dioniso, dio del teatro, Picone è il suo servo Xantia: «Il primo è un codardo — spiega Corsetti — il secondo è il prototipo dei servitori, che prosegue fino ad Arlecchino, Leporello…». Si affrettano a spiegare i due protagonisti: «Per carità, non ci sono riferimenti alla politica di oggi, anche perché con questi chiari di luna ogni riferimento a qualche personaggio sarebbe inutile: i politici spariscono con facilità dalle poltrone, e alcuni se le portano pure via. Non è vero che gli italiani non amano le tragedie: le vivono ogni giorno».
Andò: «Il Teatro greco non è un museo»
Il 53° ciclo di spettacoli classici, con la neo direzione artistica di Roberto Andò, si inaugura il 6 maggio con «Sette contro Tebe» di Eschilo, regia di Marco Baliani, protagonista Marco Foschi. Segue «Fenicie» di Euripide, regia di Valerio Binasco, con Isa Danieli. «Le storie rappresentate sono antiche e moderne come il teatro stesso — osserva Andò — ma il Teatro greco non è un museo. Ogni trasposizione non è una riproposta della medesima storia, ma l’irrompere di un diverso punto di vista». E quest’anno a Siracusa anche la novità della traduzione simultanea in inglese, via audio, per gli spettatori stranieri. «Il 2016 ha rappresentato per la Fondazione Inda, istituto del dramma antico, un anno di grande successo con oltre 119 mila presenze, di cui quasi 38 mila studenti — spiega il commissario straordinario Pinelli —. Insieme all’Arena di Verona è capace di generare dalle proprie attività il 70% dei ricavi. L’obiettivo è di rafforzare il ruolo del Teatro greco nel panorama internazionale».
Emilia Costantini, il Corriere della Sera