Aveva 89 anni. Il suo personaggio, nato per caso, fu amato da tutti i bambini. Anche se lui se ne sentiva prigioniero
Tutti lo ricordano e lo ricorderanno in calzamaglia, mantello d’argento e abito azzurro e bianco, con polvere argentata nei capelli e persino la bacchetta magica…
Era il mago Zurlì, e non importa che all’anagrafe facesse Cino Tortorella e che col suo vero nome e con abiti civili abbia presentato decine di edizioni dello Zecchino d’oro e molto altro. Era il re del paese dei balocchi in una Italia che scopriva la ribellione e la rivoluzione sessantottesca. Da una parte c’erano i Beatles e i Rolling Stones, dall’altra il maestro di cerimonie di un mondo infantile tutto luci e lustrini eppure al tempo stesso sincero e vivace. Erano i tempi di Popoff, 44 gatti (quelli in fila per sei col resto di due) e di tante canzoni memorabili che gli ex bambini degli anni ’60 e ’70 ricordano con un po’ di nostalgia e tanto piacere. Il «mago» se n’è andato a 89 anni così, silenziosamente, senza disturbare, com’era solito fare nelle sue trasmissioni, anche se si capiva che era dotato di forte personalità. Eppure capitò in quel ruolo quasi per caso, per intuizione di un giovane funzionario della Rai, tal Umberto Eco, di arruolare l’allievo di Strehler per proporlo in tv con lo spettacolo per ragazzi Zurlì mago lì per lì, poi trasformatosi in Zurlì il mago del giovedì, primo programma trasmesso dalla Rai in tutta Italia. Ecco come ricordava l’episodio al nostro Giornale lo stesso Tortorella. «Creai lo spettacolo di mimo Zurlì mago lì per lì, avrebbe dovuto interpretarlo Giancarlo Dettori, ma mi piantò in asso. Cominciò allora l’affannosa ricerca di un altro attore giovane, ma si presentarono solo schiappe. L’ultima settimana cercai qualcosa da indossare nei magazzini della Rai di Milano. Saltò fuori un costume che Giorgio De Lullo aveva usato per un personaggio scespiriano. Il regista Coccorese disse: Ci vuole qualcosa di luccicante, che spari in video!. Mi cosparse i capelli con una manciata di strass da quattro soldi. Era nato mago Zurlì».
Zurlì che era una sorta di papà buono e comprensivo per tutti i minicantanti, Zurlì che battibeccava con Topo Gigio e tirava le orecchie all’asinissimo Richetto. Sembrava tutto rose e fiori, ma all’inizio degli anni Settanta Tortorella non ne poteva più di quel costume e mise in soffitta il mago Zurlì cominciando a presentare lo Zecchino in abito borghese e con il suo vero nome fino al 2009, entrando nel Guinness dei primati per aver presentato lo stesso spettacolo più a lungo di tutti. «Zurlì m’ha rubato la vita», arrivò a dire. Qualche anno dopo ammise: «Lo show del giovedì era finito da anni. Che c’entrava con lo Zecchino d’oro? Solo dopo capii l’importanza che aveva per i bambini, per la gente, e me ne dispiacque».
Non cambiò il suo stile raffinato e al contempo bonario di presentatore e per condurre lo Zecchino cambiò solo il suo abito, per sentirsi più se stesso. Fu anche affiancato da personaggi come Heather Parisi, ma la gara canora per i piccoli fu sempre dominata dal suo savoir faire e dal suo carisma. Gli arrivavano sempre migliaia di letterine, e lui ricordava con particolare affetto quelle dei bambini del Vajont disastrato, che chiedevano alla Befana i calzettoni di lana. Già quindici anni fa – dall’alto della sua esperienza – raccontava a Stefano Lorenzetto la crisi della televisione. «La tv d’oggi è chewing gum degli occhi. I Mazinga, i Pokémon non creano partecipazione, ai bambini non resta dentro niente».
Uomo d’altri tempi eppure grande innovatore dello spettacolo per bambini, ha lasciato un’eredità che è un vero tesoro. Chi se lo fila più lo Zecchino d’oro? dirà qualcuno. Anche quello di oggi ha il suo pubblico ed è ben organizzato, con vere e proprie audizioni come i casting dei talent e, con la partecipazione di bambini stranieri, ha un respiro internazionale. Ma soprattutto l’anno scorso le più famose canzoni dello Zecchino (e i loro video) eseguite dal Coro dell’Antoniano di Bologna (diretto all’epoca del mago Zurlì dalla mitica Mariele Ventre) sono state le più ascoltate e cliccate su YouTube con la cifra da capogiro di 246.670.543 visualizzazioni, battendo – incredibile dictu – il rock di Vasco Rossi (242.455.433) e il rap di J-Ax, che pure fa impazzire i teenager (207.931.917). Cino Tortorella alias mago Zurlì insomma si è goduto il successo anche nell’era di internet.
Antonio Lodetti, il Giornale