I due attori sono protagonisti de L’ombra del giorno di Giuseppe Piccioni (dal 24 febbraio nei cinema), il film che li ha fatti innamorare. Sul set e nella vita. Ecco che cosa ci raccontano, in questa video intervista, sulla forza dell’amore
Giuseppe Piccioni nel film L’ombra del giorno (nelle sale dal 24 febbraio) ci porta nella sua Ascoli Piceno del 1938, due anni prima che l’Italia entrasse in guerra, e ci racconta la storia d’amore tra Luciano (Riccardo Scamarcio) e Anna (Benedetta Porcaroli), una ragazza che un giorno si presenta davanti alla vetrina del ristorante dell’uomo solitario, per chiedere lavoro. Luciano accetta e da quel momento la sua vita prende una nuova luce, si apre ai sentimenti come non aveva mai fatto prima, anche se sullo sfondo c’è l’ombra della guerra, il fascismo e un segreto intorno ad Anna.
«Nonostante il contesto l’amore sboccia», afferma Riccardo Scamarcio. E proprio nel raccontare questa storia è sfociato anche tra i due attori. Come si dice: galeotto fu il set. Anche se loro preferiscono non parlarne. «Questa è una storia d’amore fagocitata da un momento storico così grande che non le permette di manifestarsi liberamente», racconta l’attrice di Baby, per la prima volta nella parte di una donna così distante dal mondo di oggi.
Nonostante il divario tra le due «Anna mi ha fatto riflettere su tante cose, su me stessa, sui tempi del linguaggio dell’epoca e della percezione e restituzione delle emozioni», spiega Benedetta Porcaroli, «i tempi erano più dilatati rispetto alla velocità di oggi e alla bulimia del quotidiano. Forse occorrerebbe fermarsi e ascoltare l’altro». E poi Anna ha fatto riflettere la giovane attrice «sul confine umano che va al di là del confine morale: nonostante quello che ci viene detto c’è qualcosa su cui non scendiamo a compromessi, ed è l’empatia umana». Come a dire: all’amore non si comanda.
Anche Scamarcio concorda con la compagna e si interroga sulla figura di Luciano: «Ha una statura morale forse migliore della mia, ha la capacità di non protestare, di accettare molte cose così come sono, poi però anche lui si piega all’empatia umana», all’amore.
L’ombra del giorno «ricorda un po’ il cinema di Ettore Scola che insegna ad essere indulgenti con noi stessi», è convinto Scamarcio, «film del genere servono a scaldare i cuori, a metterci in contatto con la parte più autentica di noi stessi e a farci accettare le nostre sconfitte, i limiti, le incapacità e i difetti. Abbiamo bisogno di questo tipo di cinema in un momento storico non tanto diverso da quello che viene descritto nel film, dove aleggia un profondo senso di paura».
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