Carlo Verdone, ospite a Domenica In, ha ripercorso i suoi primi passi nel mondo del cinema. L’attore e regista ha ricordato Sergio Leone, l’uomo a cui sente di dovere tutto: “Per me era il maestro, ci davamo del tu, però, quando mi diceva una cosa, io ero il piccolo soldato e lui il generale”.
“Sono stato molto orgoglioso di aver avuto un uomo così sensibile da far debuttare un giovane alla regia. Io devo tutto a lui. Mi ha fatto fare il giro delle sette chiese di tutti i registi, ma nessuno aveva capito la mia comicità. Mi disse ‘sai che c’è? Te lo giri da solo, io te lo produco”.
Verdone ha ricordato inoltre il suo primo incontro con il regista: “Mio fratello Luca aveva scritto un libro su Sergio Leone e Leone è rimasto molto contento. Luca e Sergio rimasero amici e quando mi vide gli disse ‘ma è tuo fratello? Mi dai il numero?’ Fu mio fratello a fare da tramite. È l’incontro che mi ha cambiato la vita”.
Poi si è parlato della famiglia: “Sono commoventi le immagini in bianco e nero perché senti quanto tempo è passato da allora, era un’altra Italia, c’era un’altra dignità e signorilità nelle persone”, ha commentato. “Eravamo piccoli borghesi ma c’era una grande dignità. Sembra passato tanto tempo, ma è una bella carezza, mi fa bene. Sono stato molto fortunato”.
Ai tempi del liceo l’incontro con Christian De Sica, poi diventato “persona speciale e un amico e parente speciale”. “Un giorno ho trovato lui e mia sorella di 13 anni in macchina, roba da carcere, ma lui mi disse che l’aveva portata allo zoo, ma a me sta cosa non piaceva. Una sera ci fu una discussione e gli diedi una sberla, gli dissi che aveva fatto piangere mia madre. Un giorno si è presentato con un mazzo di fuori e ha fatto una dichiarazione ottocentesca, mio padre andò via, mia madre piangeva e diceva che sembrava sincero. Ma alla fine è stato davvero sincero”.
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