(di Tiziano Rapanà) Ieri, la prima serata è stata vinta da Al Bano. L’artista, su Canale 5, è stato il protagonista di una autocelebrazione (dal bel titolo 55 passi nel sole) che ha fatto il 18,3 % di share. Il secondo posto è andato al docu-film Figli del destino di Rai1, dedicato al dramma della Shoah, che ha portato a casa il 12,4% di share. Mi sembra inutile fare un’analisi della sfida di ieri. La vittoria di Al Bano sul docu-film era più che scontata. I docu-film non fanno ascolti, Rai1 lo sa bene e ha preferito giustamente privilegiare la sua funzione di servizio pubblico all’audience. Sei punti di scarto sono notevoli, ma l’operazione era meritoria e dunque viva la Rai che ha deciso di costruire uno sguardo sull’antica tragedia. Personalmente avrei preferito una fiction più canonica, che un documentario buono a conciliare il sonno (stamattina ho provato a guardarlo su RaiPlay e mi sono addormentato). Comunque l’intenzione era buona ed è quello che conta. E comunque, mi scuso per la ripetizione, questa vittoria banale non merita due righe di commento, perché la cosa interessante venuta fuori dagli ascolti è un’altra. Se si confrontano i dati di ieri e di martedì, si scopre che Al Bano ha fatto più ascolti di Celentano. L’allievo cellinese, cresciuto nel clan del molleggiato, ha battuto il maestro. Con il primo che ha superato il 18% di share, mentre il secondo ha oscillato pericolosamente tra il 15 e il 13%. Presumbilmente alcuni di voi, potrebbero contestare quest’analisi e rammentarmi il successo della prima puntata di Adrian, trasmessa lunedì (21%). Ai, probabilmente immaginari, contestatori dico che quel (debole) successo non può essere preso in considerazione. Lunedì Adrian ha vinto grazie ad un’aspettativa dovuta al personaggio Celentano e alla martellante pubblicità che ha occupato il palinsesto di Canale 5. Quello che conta è il risultato di martedì, che appare ancora più sconfortante se paragonato al successo di Al Bano. Quest’ultimo non ha avuto l’attenzione mediatica di Celentano. Canale 5 ha pubblicizzato la celebration del reuccio di Cellino poco e male, mentre Adrian è stato circondato da un’aura quasi mistica. Un’aura che ha creato dapprima un fermento di aspettazione eppoi d’insopportazione (per via dei terribili spot trasmessi ad altissimo volume). La vittoria di Al Bano, per questi motivi, fa rumore. Perché Canale 5 ha pagato la scelta di dare risalto alla protervia di una leggenda appannata da troppa vanagloria, anziché privilegiare l’umiltà del racconto di un umile contadino pugliese divenuto una star internazionale. Canale 5 avrebbe dovuto puntare su Al Bano che ha vinto e probabilmente, la settimana prossima, continuerà a vincere.