Il Movimento Genitori Italiani contro la comica di Che Tempo Che Fa per un doppio senso di un monologo di qualche settimana fa: “Il suo linguaggio non è adatto alla rete e all’orario”. Pippo Baudo si schiera dalla parte dell’amica e collega.
Il Moige contro Luciana Littizzetto e il linguaggio dei suoi monologhi. Il Movimento Italiano Genitori ha reso pubblica una nota in cui ha criticato un monologo di qualche settimana fa della comica a Che Tempo che Fa in cui, facendo ironia sulla questione dei sacchetti biodegradabili, ha detto “L’alternativa potrebbe essere mettere l’etichetta direttamente sul cetriolo, magari lo metti nella patta, arrivi alla cassa e fai anche bella figura”. Ecco il commento del vicepresidente e responsabile dell’Osservatorio media, Elisabetta Scala: “Sono anni che segnaliamo la Littizzetto e chiedevamo un maggiore contegno già quando stava su Rai Tre. È una bravissima comica e non ha bisogno di usare questi termini che non ci sembrano adatti sulla Rai e a maggior ragione sulla prima rete che per eccellenza è quella delle famiglie. Il suo linguaggio non è adatto alla rete e all’orario. La parolaccia ci può scappare nella battuta, non siamo dei bacchettoni pronti a puntare il dito. Il problema è quando diventa il centro dello sketch o il modo normale di interloquire in televisione. Un tempo la tv insegnava la lingua italiana ora l’involgarimento. È un peccato”.
Baudo difende la Littizzetto
Luciana Littizzetto non si è pronunciata nel merito della questione, nel tentativo di evitare ogni possibile polemica, ma a difenderla ci ha pensato un’istituzione della tv italiana, Pippo Baudo, che tutela l’amica e collega con una dichiarazione al settimanale Sono: “Non mi scandalizzo per le battute fatte in questo modo. Le norme giuridiche sono astratte, poi bisogna vedere come applicarle. Nel caso di un colloquio di una comica che ride su tutto e mette in gioco chiunque e lo prende in giro c’è una specie di libero passaporto, di libero comportamento. Certo, nei dovuti limiti ma Luciana non ha mai sorpassato i limiti. Benigni ha fatto molto di più, è un giullare coltissimo e ne ricordo altri simili: ad esempio Beppe Grillo quando faceva il comico e Fiorello“.
Andrea Parrella, Fanpage.it