Quentin Tarantino pensa a un possibile terzo capitolo di uno dei più grandi successi della sua carriera e i fan non perdono l’occasione: e se la piccola stella di «Stranger Things» vestisse i panni della figlia de La Sposa?
Ci sono date che per un genitore sono più importante di altre. Per Uma Thurman quella data è il 4 luglio 2019, momento in cui la sua piccola Maya è diventata Maya Hawke, consacrata dal successo della terza stagione diStranger Things e contesa dalle major e dai registi più importanti del pianeta. Non fa eccezione Quentin Tarantino che, durante il podcast Happy Sad Confused, ha ammesso di aver parlato a lungo con la Thurman di un possibile terzo capitolo di Kill Bill, uno dei più grandi successi della sua carriera.
«A essere sinceri, ci sto pensando da un bel po’. Ne abbiamo parlato la settimana scorsa. Se dovessi fare un sequel di uno dei miei film, allora questo deve essere Kill Bill 3». Non è servito altro. A completare il plot e la rosa di personaggi sono stati i fan.
E non ci è voluto molto prima che le ipotesi degli spettatori convolassero tutte verso Maya Hawke che, secondo molti, sarebbe perfetta per ridare vita alla saga vestendo i panni della figlia della Sposa, che mamma Uma ha interpretato per ben due volte con quella tutina gialla che l’ha resa una delle icone del cinema. Anche la storyline potrebbe essere già scritta: nel primo film, infatti, Uma uccide Vernita Green (Vivica A. Fox) davanti agli occhi della figlia di quest’ultima, la piccola Nikki. La Thurman che si gira verso di lei e le dice «quando sarai grande, se la casa ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io ti aspetterò», parrebbe il pretesto perfetto per un ritorno sulla scena.
Nessuna conferma e nessuna smentita, naturalmente. Anche se sarebbe decisamente interessante vedere Uma e Maya recitare insieme. Così come sarebbe affascinante se Quentin Tarantino dirigesse ancora una volta la figlia della sua musa (la ragazza appare, infatti, in una piccola parte in C’era una volta a Hollywood, il suo ultimo film), magari eleggendola sua erede incontrastata. Difficile capire come si evolverà il progetto o, più banalmente, se mai prenderà forma ma, se non sarà Tarantino, è inevitabile che prima o poi mamma e figlia si ritroveranno sullo stesso set. Specie adesso, che il nome di Maya è sulla bocca di tutti.
Mario Manca, Vanity Fair