Cina vietata a Justin Bieber. L’artista canadese è troppo sopra le righe e non potrà esibirsi nel corso del suo prossimo tour asiatico. L’ufficio per la Cultura di Pechino, in una nota in cui risponde a una domanda di un fan, accusa la giovane pop star di «cattivo comportamento» all’estero e giudica «non opportuno» farlo esibire sui palchi cinesi. Bieber viene definito «un cantante di talento» ma «controverso», a cui l’ufficio per la Cultura di Pechino non perdona «cattivi comportamenti sia nella sua vita sociale che nelle sue precedenti performance in Cina, che hanno causato malcontento nel pubblico».
Justin Bieber si era già esibito in Cina nel 2013: a Shanghai, Pechino e Dalian, nel nord-est del Paese. In quell’occasione aveva fatto parlare di sé per essersi fatto portare a spalla sulla Grande Muraglia, attirando molte critiche. Bieber non è la prima star straniera a ricevere un niet da Pechino. Prima di lui, in tempi recenti, era toccato anche ai Maroon 5, a Bjork e agli Oasis: in tutti i casi, il rifiuto era motivato da incontri con il Dalai Lama o da riferimenti all’autorità spirituale tibetana nel corso di concerti o apparizioni pubbliche.
Uno dei casi più noti, risale al 2015, quando toccò, invece, a Jon Bon Jovi, dovere cancellare le date cinesi del suo tour. Il no ricevuto dalla rockstar arrivò all’ultimo minuto, quando ormai tutto era pronto e i biglietti in gran parte venduti. Anche nel suo caso, a fare optare le autorità per il no al cantante fu un’immagine del Dalai Lama che appariva in un video di un concerto tenuto a Taiwan nel 2010.
La Stampa