L’attore è morto a 89 dopo una breve malattia. L’annuncio con un tweet dei figli
“È con il cuore pesante che dobbiamo annunciare che il nostro amorevole padre, Sir Roger Moore, è morto oggi in Svizzera dopo una breve e coraggiosa battaglia contro il cancro“. Così Deborah, Geoffrey e Christian, i figli dell’attore britannico, hanno annunciato con un tweet la scomparsa del padre, 89 anni, avvenuta oggi in Svizzera. “L’amore con il quale ci ha circondati nei suoi ultimi giorni – prosegue il post – è stato così immenso che non può essere quantificato con le sole parole”. Quello stesso amore con il quale il pubblico, negli anni, ha vissuto la lunga e ricca carriera di uno degli attori più popolari del piccolo e grande schermo. Dai film in cui ha interpretato l’agente segreto di sua maestà (ben sette, è stato il più lungevo nel ruolo di Bond) alle serie tv, celebri anche in Italia, come Il santo, con il suo ladro gentleman Simon templar, o Attenti a quei due o, prima ancora, Ivanohoe.
Roger Moore era nato a Londra il 14 ottobre del 1927, figlio di un agente di polizia, quasi un segno del destino per quello che sarebbe diventato il più famoso agente 007. L’interesse per il teatro e per la recitazione si fa sentire presto, Moore studia alla Royal Academy of Drama e comincia a frequentare i piccoli teatri del West End. ma la guerra è alle porte e Roger deve lasciare il palcoscenico per servire il paese in divisa. Finta la guerra presta servizio per un periodo nella Germania Ovest poi finalmente torna a lavorare in teatro, prova anche con la radio e comincia ad ottenere piccoli ruoli in tv. Lavora anche come modello grazie alla sua prestanza fisica e a quell’eleganza innata che lo avrebbe caratterizzato per tutta la vita.
Il primo ruolo di rilievo arriva alla fine degli anni Cinquanta con Ivanhoe, la serie tv trasmessa anche in Italia negli anni Sessanta, in cui interpreta sir Wilfred di Ivanhoe, giovane bello coraggioso e patriottico. Roger guarda oltreoceano, dove lo aspettano quelle opportunità che in patria non riesce a trovare. Si trasferisce negli Stati Uniti e viene ingaggiato dalla MGM. Conquista un ruolo nella serie Maverick, dove comparirà nelle ultime stagioni come Beauregarde “Bo” Maverick, cugino dei protagonisti. Ma è la serie britannica Il santo a spalancargli le porte del successo. Basata sul romanzo Meet the tiger di Leslie Charteris, prodotta dal 1962 al 1969 dalla Itc per il network ITV, racconta le vicende del ladro gentiluomo Simon Templar, interpretato da Moore. Sei stagioni di storie avvincenti, con un protagonista che vive al limite della legalità, mette a segno truffe contro criminali o ricconi senza scrupoli, difende belle donne e e nobili princìpi.
Finita la serie, Moore non perde tempo e si lascia coinvolgere in un altro progetto televisivo che segnerà, ancora positivamente, la sua carriera: Attenti a quei due, ventiquattro episodi (1971-1972) e due straordinari protagonisti, gli amici-rivali Brett Sinclair e Daniel Wilde, Moore e Tony Curtis. Avventure in giro per l’Europa, Roma, la Costa Azzurra, Parigi, Stoccolma, la campagna inglese fra auto di lusso, belle donne, locali notturni e ironia. Centomila sterline il budget per la produzione, altissimo per l’epoca.
la Repubblica