La serie in costume torna dopo l’enorme successo del ciclo inaugurale. Abbiamo visto la seconda stagione, basata su Il visconte che mi amava. Ecco la nostra recensione
Sarà stato il lockdown, il sex appeal inatteso di Regé-Jean Page, il mistero sull’identità di Lady Whistledown, la frivolezza della storia e dei dialoghi, la firma di Shonda Rhimes o, più probabilmente, tutti questi aspetti insieme ad aver reso Bridgerton uno dei fenomeni televisivi più luminosi degli ultimi anni; la serie originale più vista in assoluto su Netflix fino ai giorni di Squid Game. Era la fine del 2020 quando la dolce e ingenua Daphne e l’irriducibile Duca di Hastings si abbandonarono alla reciproca attrazione, e, nonostante la pandemia, rispetto ad altre produzioni siamo riusciti ad arrivare alla seconda stagione abbastanza velocemente. Il debutto sul servizio streaming dei nuovi 8 episodi, attesissimi, è fissato per questo venerdì 25 marzo.
Per gran parte degli ultimi mesi ci siamo battuti il petto per l’incomprensibile decisione di Page di non tornare nella serie in costume dopo l’exploit del ciclo inaugurale – una scelta “molto furba”, come è stata definita dalla Rhimes. Come fare senza il bel Duca, si sono chieste frotte di donzelle prima di svenire. Ebbene, lasciateci chiarire subito un punto: non ne sentirete molto la mancanza. Forse non l’avvertirete affatto. Realizzerete invece che eravate talmente sedotti dal fascino di Simon da non accorgervi a dovere di quella gemma ancora un po’ grezza ma altrettanto impenitente e bella da star male che era, ed è, il Visconte Anthony Bridgerton. Al maggiore dei figli di Violet, il capo della famiglia dopo la morte del padre, e alla sua ricerca dell’amore è dedicata questa seconda stagione.
Bridgerton 2: La stagione del Visconte
A Londra, una nuova stagione è cominciata; un’altra opportunità per le famiglie dell’alta società di sistemare i propri figli e le proprie figlie in età da matrimonio. Per i Bridgerton, l’ultima è stata un’annata trionfale dopo le nozze tra Daphne e il Duca di Hastings. Violet, che ha ancora un piccolo esercito da accasare, spera di approfittare del momento favorevole per riuscire nella sfida difficile di entrare nelle grazie della Regina un’altra volta. Ma Eloise è ancora troppo incerta e impacciata, e disinteressata. Mentre la possibilità di avere in casa un altro Diamante sembra sfumare, con sua sorpresa, il maggiore Anthony annuncia di voler prendere moglie per assicurare una discendenza alla famiglia. Capirete la sorpresa. Anthony l’incorreggibile, che abbiamo visto uscire da un letto e intrufolarsi in un altro, che decide finalmente di capitolare.
In effetti, la seconda stagione di Bridgerton fa un profondo intervento di ricostruzione sul personaggio interpretato da Jonathan Bailey, soprattutto attraverso i consigli sinceri della madre (Ruth Gemmell) e qualche ingerenza della sorella Daphne (Phoebe Dynevor). I tratti del suo carattere sono ancora tutti lì: testardo, fumantino, passionale. Ora, però, Anthony sente il peso delle sue responsabilità come capo della famiglia dopo la morte improvvisa del padre – un avvenimento che, come scoprirete, lo ha segnato nel vivo nonostante lui lo dia poco a vedere. Ma il suo è un approccio fin troppo pragmatico. Anthony non cerca l’amore vero, quello che ti tiene sveglio la notte e ti toglie il respiro. Semplicemente, mira a conquistare in quella sorta di campo di battaglia che è il mercato matrimoniale londinese dell’età della Reggenza il gioiello più prezioso – una ragazza di sani principi, istruita e di buona famiglia da rendere la nuova signora di casa Bridgerton e la madre dei suoi figli. Il suo sguardo cade subito sull’elegante Edwina Sharma, appena arrivata dall’India con la madre e la sorella maggiore Kate e ospitata con loro da Lady Danbury (Adjoa Andoh), la quale l’ha scelta come sua pupilla (le due giovani Sharma sono interpretate delle nuove aggiunte al cast Charithra Chandran e Simone Ashley, quest’ultima già nota al pubblico di Netflix per i suoi trascorsi in Sex Education). Ma più Anthony si sforza di corteggiare Edwina, più la bella e testarda Kate trova i suoi modi irritanti. E poi irresistibili.
A proposito di Lady Whistledown
Come ricorderete, la prima stagione si era conclusa con un colpo di scena: un’inquadratura che aveva rivelato a noi spettatori l’identità di Lady Whistledown, la misteriosa figura che aveva spiattellato segreti e scandali dell’altra società londinese. È Penelope Featherington (Nicola Coughlan) l’autrice di quelle sfogliatissime pagine di cronaca mondana. Il tentativo – della Regina Charlotte (interpretata magnificamente da Golda Rosheuvel) in primis – di scoprire chi si sta nascondendo dietro lo pseudonimo è una delle poche sottotrame della seconda stagione, insieme alla costante sfortuna dei Featherington. La penna di Lady Whistledown non è però pungente tanto quanto lo è stata in passato, e questa sembra in fin troppi momenti un’occasione sprecata, mentre appassiona il muro di tensione sempre più alto e pericoloso che queste storie alzano attorno al personaggio di Penelope, portandolo a decisioni estreme mentre la verità è minacciata da più fronti.
Il Visconte che amerete, alla follia
Seguendo le storie della seconda stagione, vi ritroverete metà del tempo ad ammirare lo charme del Visconte, o forse sarebbe meglio chiamarlo Mr. Maglietta Bagnata 2022, e l’altra metà trasportati completamente nel romanticismo di questo nuovo capitolo delle avventure amorose dei Bridgerton. La serie di Chris Van Dusen si fa meno racconto erotico rispetto alla stagione precedente, anche a dispetto del materiale originale che la sta ispirando (i romanzi di Julia Quinn), in favore di una narrazione più intima, nella quale a trionfare alla fine sono i sentimenti più puri. Bailey è perfetto nei panni di Anthony, a sua volta sorprendentemente composto rispetto a come lo avevamo conosciuto finora, riflessivo, anche se ancora dilettevolmente competitivo. L’unica figura che rischia di metterlo un po’ in ombra non è Edwina, né Kate. È sua sorella Eloise, che Claudia Jessie accompagna verso un futuro che non vediamo l’ora di conoscere. Eloise si rivela un personaggio che punta a scardinare il sistema – femminista, pungente, pronto a tutto in nome delle proprie battaglie.
E mentre questi nuovi episodi concedono anche al Benedict di Luke Thompson più tempo davanti la macchina da presa, utile per mostrare le sue autentiche doti di eroe romantico e di artista dall’animo sensibile forse in previsione un imminente capitolo a lui dedicato (a proposito, la serie è stata già rinnovata da Netflix per un terzo e quarto ciclo di episodi!), tutto il resto in Bridgerton trabocca splendore. La seconda stagione è una passeggiata in scenari mozzafiato e al limite dell’idilliaco perfettamente ricostruiti. È un ballo a feste sontuosissime sempre diverse dove si riscopre quel rito ormai tristemente in disuso della scoperta, del rispetto reciproco e del corteggiamento. È una risata, o un pianto, o un gridolino sul filo delle vicende di personaggi che si lasciano amare. Tutti o quasi. Alcuni la definirebbero il proprio guilty pleasure, un piacere inconfessabile. In verità, in una realtà che non smette di imbarazzare per davvero, Bridgerton è una gioia per gli occhi e per il cuore. Un luogo felice dove andare. E rimanere il più a lungo possibile.
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