L’attrice, ricoverata in ospedale a Segovia per una polmonite, aveva da poco compiuto 89 anni. Miss Italia nel ’47, fu scoperta da Visconti dietro il bancone di una pasticceria
È stata Miss Italia del ’47, la “ragazza di piazza di Spagna”, moglie del torero Dominguin, madre di Miguel che scelse il cognome della mamma per la sua carriera di cantante. Lucia Bosé è morta a 89 anni per una polmonite, una vita dedicata allo spettacolo, al cinema sotto la direzione di registi come Antonioni, Fellini, Emmer, i fratelli Taviani. L’annuncio arriva dal figlio che scrive “è già nel migliore dei posti”.
L’attrice si sposò il 1 marzo 1955 con il torero Luis Miguel Dominguín, con il quale ebbe tre figli: Miguel Bosé, Lucía Dominguín e Paola Dominguín. Ha avuto ben 10 nipoti, alcuni noti come la compianta Bimba Bosé o anche l’attore Nicolás Coronado.
Il debutto sul grande schermo avviene nel ’50, con Non c’è pace tra gli ulivi di Giuseppe De Santis, in cui vestiva i panni di una pastorella ciociara, affiancata da Raf Vallone e Folco Lulli, sarebbe potuta essere anche la mondina di Riso amaro ma la famiglia si era opposta dopo che lei aveva superato il provino. I genitori erano persone semplici e piuttosto di vedute strette, la fotografia a Miss Italia era stata inviata a sua insaputa, quando la sua immagine era stata pubblicata sulla rivista Tempo i suoi si erano infuriati, ma poi di fronte all’occasione di andare a Stresa erano capitolati. Del 1950 anche il debutto di Michelangelo Antonioni che la volle protagonista nel suo Cronaca di un amore accanto a Massimo Girotti, seguito tre anni dopo poi da La signora senza camelie. A questi film più autoriali seguono le commedie rosa di Luciano Emmer (Parigi è sempre Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna) e poi la serie di film comico-farseschi con Walter Chiari, altro suo grande amore prima del matrimonio col torero spagnolo che la porterà nel ’56 ad un ritiro temporaneo dalle scene non prima però di aver partecipato a Gli sbandati di Francesco Maselli, menzione d’onore alla Mostra del cinema di Venezia, dove è la giovane operaia Lucia che si innamora del figlio di una contessa sfollati per i bombardamenti del ’43.
Dopo il divorzio col torero (ha raccontato in più occasioni i tradimenti del marito), con cui ha avuto tre figli (oltre a Miguel anche Lucia e Paola), l’attrice torna sulle scene. Tra Spagna (dove ha vissuto negli ultimi anni), Francia e Italia. Lavora con Fellini (Satyricon), i Taviani (Sotto il segno dello scorpione), Marguerite Duras (Nathalie Granger), Francesco Rosi (Cronaca di una morte annunciata), Roberto Faenza (I viceré), Ferzan Ozpetek (Harem Suaré). Negli ultimi anni un’apparizione come Donna Isabella nella serie Capri e un ultimo film, Alfonsina y el mar, secondo lungometraggio del duo K. Kosoof, Pablo Benedetti e il Davide Sordella, storia della scrittrice Alfonsina Storni, intellettuale argentina di origini italiane che, di fronte a un male incurabile, scelse di morire suicida nel Mar de la Plata.
Nel 2000 era riuscita a realizzare un sogno di gioventù aprendo il primo Museo dedicato agli angeli al mondo, nella cittadina di Turégano, vicina a Segovia. Il Museo, dedicato alle rappresentazioni degli angeli, attualmente vanta più di ottanta opere di artisti contemporanei di diversi paesi, oltre a varie sculture angeliche. L’ultima apparizione in Italia è stata lo scorso autunno alla Festa di Roma dove l’attrice è venuta ospite per presentare la sua biografia scritta da Roberto Liberatori.
Repubblica