“Ogni giacca in pelliccia o taglio di pelliccia sono stati presi da un essere vivente terrorizzato che è stato catturato in natura o che ha vissuto una vita di miserie rinchiuso in una spoglia gabbia di metallo prima di essere affogato, folgorato, avvelenato o spellato vivo. Io, così come tanti dei vostri lettori, desidero vedere ‘Vogue‘ muovere un passo verso un futuro compassionevole per la moda, impegnandosi a non promuovere la pelliccia sulle sue pagine”. E’ con queste parole che Elisabetta Canalis, dopo aver partecipato alla campagna ‘Meglio nuda che in pelliccia‘ per Peta Usa, si è rivolta al neo direttore di ‘Vogue Italia‘ Emanuele Farneti per suggerirgli di iniziare un nuovo capitolo nell’iconica bibbia dello stile, eliminando la pelliccia delle sue pagine patinate.
Mentre magazine come ‘Vogue Uk‘ ed ‘Elle‘ hanno mostrato “la loro compassione da lungo tempo tramite politiche contro le pellicce”, scrive Peta in una nota, e la maggior parte degli stilisti, incluso l’86% di quelli che hanno sfilato all’ultima fashion week di Londra, non usi pelliccia, “Vogue deve ancora seguire l’esempio”.
“Essendo un’avida lettrice di Vogue – scrive l’ex velina nella lettera indirizzata a Farneti – e avendo avuto il piacere di stabilire un rapporto di lavoro con voi, le sto scrivendo per chiedere a ‘Vogue Italia’ di seguire l’esempio di ‘Vogue Uk’ e di altre testate di moda, adottando una politica contro l’uso della pelliccia. Hugo Boss e Giorgio Armani sono solo due delle molte case di moda di lusso che hanno bandito l’uso delle pellicce”.
Le denunce di Peta di allevamenti di pelliccia in Paesi cosiddetti di ‘Origine Assicurata’ rivelano che gli animali trascorrono la loro vita in gabbie di metallo sovrappopolate e sudicie prima di essere folgorati, soffocati col gas o avvelenati. Molti stilisti di lusso che compaiono regolarmente su Vogue, inclusi Armani, Stella McCartney, Vivienne Westwood e tanti altri, hanno da tempo abbandonato la pelliccia al 100%.
AdnKronos