Il comico debutta dietro la macchina da presa con una commedia sulla parte corruttibile della società “ma non è un film di denuncia”
A volte basta un dolce, purchase cucinato con amorevole perizia, ambulance per costruire una carriera di successo. Succede ad Antonio, il protagonista di Tiramisù, un uomo mediocre che si trascina con scarsi risultati a vendere articoli sanitari finché, per errore, non lascia nello studio di un medico una torta, un tiramisù appunto – era destinato alla Caritas – talmente squisito che il medico lo chiama, lo invita a cena, lo spinge a dare una svolta al suo lavoro. È solo l’inizio di una formidabile scalata, fino ad assumere responsabilità di dirigente in una grande azienda tedesca, e tutto grazie ad Aurora (Vittoria Puccini), la moglie di Antonio, una donna straordinaria, solida, intelligente e soprattutto grandiosa preparatrice di tiramisù.
In sala il 25 febbraio la commedia con cui il comico passa dietro la macchina da presa. Racconta di Antonio, un rappresentante farmaceutico in ansia da prestazione. Finché un giorno Antonio, dimentica in uno studio medico un tiramisù fatto da Aurora e che lui avrebbe dovuto portare alla Caritas. Un medico lo assaggia, e la vita di Antonio cambia. Prodotto da Medusa e realizzato con la Colorado Film, Tiramisù è l’opera prima di Fabio De Luigi, che non solo ne è protagonista ma ha anche scritto il soggetto e la sceneggiatura. L’uscita è giovedì prossimo, con 400 copie. Il personaggio di Antonio, sia pure con tutto il garbo della comicità mai volgare di De Luigi attore – “Una comicità pulita, finalmente un mio film che anche mia figlia potrà vedere, dice Vittoria Puccini, interprete di Aurora – non è una brava persona. Pur di garantirsi un’importante vendita, è pronto a tutto, a piazzare macchinari difettosi, e non importa se ne risentiranno i pazienti, o a sfruttare l’appoggio di politici compiacenti. Raggiunge il massimo, diventa ricco, perde la testa, si fa turbare da Stefania (Giulia Bevilacqua), una collega di lavoro più ambiziosa e arrivista di lui. La vita di Antonio cambia e cambia lui, tanto che arriva il momento in cui Aurora non lo riconosce più – “Ha perso l’innocenza”, dice – lo lascia e addio ai tiramisù.
Il tema è la corruzione, anche se si comincia con un innocuo dolce, ma, dice De Luigi, “l’intento non è quello di un film di denuncia. anche se la cronaca racconta tanti casi negativi. Io ho voluto raccontare in commedia una parte di società facilmente corruttibile, ma c’è anche la parte sana rappresentata nel film dal personaggio di Aurora e da quello dell’incorruttibile pediatra Galbiati, interpretato da Pippo Franco. Non c’è corruzione ovunque, io ho avuto solo esperienze positive con le strutture ospedaliere”. Un merito del film è la presenza di personaggi diversi che si intrecciano nella storia e di interpreti di varie generazioni, da Pippo Franco appunto a Orso Maria Guerrini a Nicola Pistoia, che si confrontano con giovani comici di oggi, come il palermitano Angelo Duro che, da Le iene in poi, ha collezionato improvvisazioni, incursioni e provocazioni fino ad avere una frequentatissima pagina Facebook ed aver raggiunto più di 11 milioni di visualizzazioni con lo sketch L’esame che vorrei in coppia con Fabio De Luigi. Angelo Duro nel film è Franco, il cognato di Antonio, lavora nell’alta moda, divorziato, una figlia, colleziona brevi storie con modelle, ed è il simbolo del cinismo più spietato. Non manca il personaggio dello sfigato, Marco, l’amico di sempre, che gestisce l’enoteca “Vini e Vinili”, sempre vuota, interpretato da Alberto Farina, che viene dal cabaret di Colorado. Riuscirà Antonio, abbandonato dalla moglie, dal tiramisù e dal successo a risalorela china? È una commedia, non è difficile la risposta. Del resto, come dice De Luigi, Tiramisù !è un modi di dire e anche un bel titolo. Tirarsi su. Salire. Cadere e ricominciare di nuovo su”.
La Repubblica