VITTORIO SGARBI E IL VOLO: ANCORA POLEMICHE

VITTORIO SGARBI E IL VOLO: ANCORA POLEMICHE

Prosegue la polemica tra Il Volo e Vittorio Sgarbi sul rifiuto da parte dei tre cantanti di partecipare alla cerimonia per il giuramento di Trump

Sgarbi - il VoloProsegue la polemica tra Il Volo e Vittorio Sgarbi sul rifiuto da parte dei tre cantanti di partecipare alla cerimonia per il giuramento di Trump.
E così dopo la mossa di Sgarbi che aveva mostrato le carte che a suo dire dimostravano il mancato invito de Il Volo negli Usa, a Domenica Live è arrivata la risposta dei cantanti che in tv hanno mostrato un altro documento che invece mostrerebbe le prove dell’invito. Una polemica che però non si è chiusa con la puntata di Domenica Live, ma è proseguita con una risposta di fuoco da parte di Sgarbi su Facebook. Una controreplica che di fatto sottolinea come l’invito de il Volo, secondo Sgarbi, non sia mai esistito: “Credo più al Presidente degli Stati Uniti, che ha dichiarato di non averli invitati, che a tre pischelli, preoccupati del loro destino per aver detto una clamorosa bugia. Il documento è palesemente insignificante. Come prevedevo, non fa riferimento a nessun ingaggio, e quindi a nessuna rinuncia ad alcun compenso che mostrerebbe l’orgoglio e il coraggio di chi l’ha rifiutato”.
Poi Sgarbi rincara la dose: “I tre, intorpediniti, hanno solo cercato pubblicità affiancandosi ai divi che, come De Niro, hanno vilipeso pretestuosamente Trump. Barbara D’Urso, per rimestare nel torbido, si è prestata a mostrare il documento inattendibile come prova di una convocazione che non c’è stata, come non c’è stata la volontà di Trump di chiamare né Bocelli né Il Volo”.
E ancora: “Qualcuno lo avrà forse ipotizzato, ma dalle informazioni in mio possesso, tramite il Consolato generale Usa a Milano, si evince che a loro (e non a una sedicente agenzia) non risulta che nessun artista italiano sia stato invitato a cantare e neanche a presenziare alle celebrazioni dell’insediamento del Presidente. E’ ovvio che la Sony sta cercando di proteggere i tre marmocchi. Magari ci saranno stati contatti tra la casa discografica e qualcuno dello staff del Presidente. Certamente nulla di ufficiale e nulla di voluto da Trump. E’ un ulteriore autogol per consolare i residui fans. Mister Philip T. Reeker, che è Console Generale degli Stati Uniti a Milano, è legatissimo a Trump, e può rendere pubblica la verità. L’agente de Il Volo, Michele Torpedine, ha chiesto aiuto a un’agenzia di spettacolo per farsi inviare, retrodatata, una richiesta, priva di ingaggio e di sostanza. Pura fuffa. Il Volo si arrampica sugli specchi ma si schianta nuovamente al suolo. Suzanne Bender, come sanno gli addetti ai lavori, non è altro che un agente che piazza e vende artisti”. Infine afferma: “Lo scambio di mail tra la Sony Music, etichetta che pubblica le canzonette de Il Volo, e la Bender, è la prova che i tre marmocchi non hanno mai ricevuto un invito ufficiale dallo staff di Trump, ma solo quello di un agente che, tentativamente, pensava di rifilarli al neo eletto Presidente americano. Non c’è una richiesta da parte di Trump, men che meno del suo staff, d’invitare Il Volo. Non mi faccio certo intimidire dalle annunciate azioni legali, Anzi, spero proprio che le promuovano. Avremo anche la prova davanti a un Tribunale che non sono mai stati invitati da Donald Trump. E dal momento che io risponderò con una querela alle offensive affermazioni del trio, chiederò, in tribunale, proprio la testimonianza di Trump”.

Luca Romano, il Giornale

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