Andrea Bocelli non si esibirà il 20 gennaio alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente Usa Donald Trump. Lo scrive la “Page Six” del New York Post, dedicata a gossip e indiscrezioni. Sempre il New York Post aveva dato notizia nei giorni scorsi di un contatto diretto tra Trump e Bocelli per assicurarsi che il tenore toscano prendesse parte all’evento. Ma alcuni fan sul web avevano lanciato la minaccia di un “boicottaggio” di Bocelli per protestare contro l’artista. Secondo una fonte citata da Page Six, lunedì, Bocelli avrebbe fatto sapere che non avrebbe preso parte al concerto perché «la cosa stava suscitando troppo clamore». Ma un’altra fonte avrebbe invece rivelato che sarebbe stato lo stesso Trump a suggerire a Bocelli di non partecipare per evitare contraccolpi, sottolineando però «quanto sia triste che persone di sinistra abbiano impedito a un cantante come lui di esibirsi in una giornata storica».
E a 31 giorni dall‘insediamento del presidente eletto, è lo stesso staff a chiudere il “Bocelligate“. Tom Barrack, presidente del “Comitato per la cerimonia di insediamento” di Trump (esiste anche questa carica nel complesso sistema politica/spettacolo Usa) ha negato che Trump abbia chiesto a Bocelli di esibirsi. Barrack ha riferito che il tenore e la moglie, che sarebbero amici di Trump, si erano offerti di valutare una sua esibizione “se fosse stato utile”. Lo staff di Trump non poteva permettersi di far passare l’ormai ufficiale 45esimo presidente degli Stati Uniti come un paria da cui tutte le star fuggono, così ha deciso di smentire ufficialmente un rifiuto da parte dell’artista italiano.