Da sabato 23 novembre, in seconda serata, su Retequattro, con la 14esima edizione di «Confessione Reporter» prende il via un nuovo ciclo di inchieste firmate da Stella Pende.
Al centro di prima e seconda puntata, un ampio reportage sulle Carceri: 189 istituti, tra Case Circondariali (per la custodia cautelare, dei detenuti in attesa di giudizio) e Case di Reclusione (per l’esecuzione delle pene, dei detenuti condannati definitivamente), cui si aggiunge il circuito del 41 bis, per reati di mafia e terrorismo. A una capienza regolamentare di 51.347 detenuti, corrisponde una popolazione di 60.637 persone, di cui 2.615 donne e 18.958 stranieri. Il problema del sovraffollamento, quindi, è quello più evidente. La carenza di personale e il dramma dei suicidi – una media di 4/5 al mese, senza tener conto di quelli sventati -, completano lo sconfortante quadro. Una situazione esplosiva, che si traduce in rivolte nelle carceri, come successo a Rebibbia, San Vittore, Foggia, Salerno, Poggioreale, Modena.
La terza puntata è dedicata alla drammatica escalation del consumo di Fentanyl, sostanza 100 volte più potente della morfina e 50 dell’eroina. È un potente oppioide sintetico, la droga degli zombie, il cui abuso ha determinato la più grave emergenza sanitaria pubblica dal secondo Dopoguerra negli USA, mentre in Europa non lo è ancora. L’Italia, intanto, ha presentato un Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e altri oppioidi sintetici: ne sono sufficienti 2-3 milligrammi, per uccidere una persona. Parallelamente al mercato legale, quello illegale, tra dark e deep web, è sempre più florido. Forte l’interesse della criminalità organizzata: da 1kg di polvere di Fentanyl, costo 10mila euro, è possibile ricavare un milione di pillole che, a 20 euro l’una, fanno 20 milioni. Europol e Interpol, nel 2023 hanno individuato 400 laboratori clandestini in Europa, alcuni anche in Italia.
La quarta puntata, infine, affronta il doloroso tema dei Figli di nessuno, quei bambini poi diventati adulti, le cui madri hanno deciso di non crescere. Il tema delle origini biologiche, in Italia è particolarmente delicato. Dal 2013, a partire dai 25 anni di età è possibile chiedere al Tribunale dei minori se la madre biologica desideri conoscere il figlio lasciato alla nascita: la donna può rifiutare o accettare. Il programma racconta storie di figli che hanno ritrovato l’abbraccio della mamma naturale e di altri che sono andati avanti, senza sapere da dove venissero.