Il disco esce in tutto il mondo. I duetti con Alessia Cara e Luis Fonsi. Da febbraio parte il nuovo lunghissimo tour
Ci risiamo: Eros Ramazzotti riparte alla propria maniera. Disco pieno di collaborazioni superlusso. Tour mondiale con prevendite extralarge.Si intitola Vita ce n’è proprio come il singolo che da settimane passa in tutte le radio. «Sono due anni che ci lavoro sopra», spiega lui dopo aver parcheggiato vicino agli studi una delle sue moto da mille e una multa (roba da pole position al Mugello). «A parte il cielo che minaccia sempre pioggia» è il primo verso dell’iniziale Per il resto tutto bene rende anche l’idea di un disco positivo ma disilluso, focalizzato sul cinismo dei nostri tempi ma anche sulla voglia di reagire (Avanti così, scritta dalla fenomenale coppia Mario Lavezzi e Mogol) e di ritrovarsi nei grandi sentimenti (Buonamore, dedicata soprattutto alla figlia Aurora). «Oggi, musicalmente parlando, sembra che si sia appiattito tutto, ad esempio a me piace Ghali ma il suo disco non è stato curato come si dovrebbe. Per capirci, almeno il suono degli sputi mentre canti toglili dalle registrazioni». Insomma, «un disco deve essere artigianale» anche se esce praticamente in tutto il mondo come il suo, circa un centinaio di nazioni, e si prepara a diventare un best seller anche in America Latina.
Dopotutto uno dei brani cardine di Vita ce n’è è Per le strade una canzone, cantata con Luis Fonsi che, per chi non lo sapesse, è quello di Despacito: «Un gran professionista che merita tutto il successo che ha. Quando abbiamo girato il video a Miami, lui sapeva il testo meglio di me. In più mi ha chiamato maestro e fa piacere avere questo rispetto da chi ha fatto tre miliardi di visualizzazioni con un solo brano. Il nostro è un reggaeton che potrebbe piacere nei paesi latini». E dai riflessi edm di Siamo fino al pianoforte di In primo piano c’è il nuovo identikit di Ramazzotti: «È un brano che mi ha scritto il mio amico Lorenzo Jovanotti e quindi ci ho lavorato con particolare attenzione, lo interpreto alla maniera dei crooner», spiega davanti a un banco mixer da mega produzione all’interno degli studi.
Lo ha spiegato anche ieri sera in un appuntamento della Music Week nella bellissima Sala della Balla del Castello Sforzesco di Milano di fianco a Pippo Baudo che 32 anni fa a Sanremo gli ha alzato il braccio al cielo. Primo posto al Festival, la consacrazione di un talento in rampa di lancio. Era Adesso tu, oggettivamente una super canzone che la voce di Eros Ramazzotti ha caratterizzato per sempre. «Ho messo tutta la mia energia in questo disco», dice lui che ha affiancato la propria voce anche a due superstar: «Beh una è di sicuro Alessia Cara, che canta in Vale per sempre. L’anno scorsoè stata l’artista mondiale più ascoltata in streaming e mi è piaciuta come persona, in fondo anche io, come lei, ho sangue calabrese. Quando mi ha incontrato per la prima volta, si è inginocchiata per l’emozione». Invece in Per il resto tutto bene si sente Helene Fischer che qui in Italia non è granché conosciuta ma in Germania è una superstar visto che il suo Farbenspiel è il disco più venduto di sempre: «Davvero una grande personalità», conferma Ramazzotti. In fondo in questo Vita ce n’è le personalità non mancano. Da Paolo Antonacci, esuberante figlio di Biagio, a Enrico Nigiotti (Ho bisogno di te) fino a Cheope, autore di parole molto riservato ma anche molto prezioso. E c’è la sempre più sorprendente Federica Abbate, una musicista che sta diventando grande brano dopo brano e che meriterebbe anche il palco di Sanremo. In fondo al Festival di Sanremo potrebbe arrivare anche Eros Ramazzotti, ovviamente in qualità di super ospite. Sarebbe una sorta di saluto al pubblico italiano prima di imbarcarsi in un tour per cinque continenti che parte da Monaco il 17 febbraio, passa per l’Italia (quattro Forum dal 5 al 9 marzo) e poi attraversa Europa, Stati Uniti, Sud America e via elencando. «Sarà difficile essere sempre in forma e dare il massimo ma io ci provo», spiega lui prima di distillare la vera ragione sociale di un musicista che sale sul palco: «Io voglio che il pubblico dopo un mio concerto vada a casa soddisfatto e non si penta di aver pagato i soldi del biglietto». Appunto.
Paolo Giordano, il Giornale