«Moana», il nuovo film di Natale della Disney, in Italia si intitolerà «Oceania» per evitare equivoci con la pornostar. Sarà nelle sale dal 22 dicembre
Si chiama Moana, che in lingua maori (al maschile e al femminile) significa «oceano», ed è la nuova e indomita fanciullina della Disney, destinata, secondo i pre sondaggi, a diventare una campionessa di cine-incassi. Perché la sedicenne, che in Italia farà la conoscenza di tanti coetanei il 22 dicembre, negli Stati Uniti è già una star e un fenomeno di costume tra poster e cento altri gadget, libri compresi. Per evitare il pericolo di allusioni alla pornostar Moana Pozzi, in Italia il cartoon si intitolerà Oceania e cambierà il nome della protagonista dall’originale Moana Waialiki in Vaiana. In America è subito diventata paladina dei green, perché la pellicola ha lanciato ben prima della sua uscita lo slogan «l’Oceano ti chiama» e ha come temi portanti la salvaguardia dell’ambiente e la difesa delle culture indigene e di ogni minoranza nonché numerosi personaggi presi dalla mitologia.
Figlia del capo tribù dell’isola di Motunui e straordinariamente dotata per la navigazione, Vaiana (che in tahitiano significa «acqua di grotta») decide di usare il suo talento per mettersi in viaggio verso un’isola fiabesca, accompagnata dal suo eroe, un semidio leggendario, Maui (nell’originale doppiato da Dwayne «The Rock» Johnson, che la rivista People ha appena eletto «uomo più sexy» dell’anno). Insieme affronteranno creature feroci e ostacoli impossibili e, lungo il percorso, Vaiana porterà a compimento l’antica ricerca dei suoi antenati e troverà la sola cosa che ha sempre desiderato: la propria identità. A dare voce alla nuova eroina Disney è Auli’i Cravalho, 15enne cantante hawaiana interprete di molti dei brani della colonna sonora che si avvale, con altri compositori, di diverse musiche originali firmate da Lin-Manuel Miranda, scrittore, compositore e attore conosciuto in tutto il mondo per essere autore e interprete di Hamilton, il musical di Broadway vincitore del Premio Pulitzer per la drammaturgia.
Oceania è prodotto da John Lasseter ed è diretto da Ron Clemens e Don Hall, ma con la collaborazione di John Musker e Chris Williams per la complessità dell’animazione e dei suoi colori. Tutti sono fan Disney sin dalla più tenera età: li accomuna la passione per Pinocchio, il comune favorito, e per i super 8 che giravano già da bambini. Dice Ron Clemens: «Sono nato a Sioux City nello Iowa, a 9 anni ho visto Pinocchio (solo dopo ho letto il libro) e ho deciso che appena terminata le scuole superiori sarei andato in California e a Hollywood avrei cercato la mia strada cime regista, disegnatore di cartoon e fan dell’animazione. Non mi ha stupito affatto che ai cartoni animati, grazie alle tecnologie più moderne, sia stato dato negli ultimi anni lo scettro che spettava loro perché sanno nutrire anima e cervello. Certo che spero in una candidatura agli Oscar, ma la lotta sarà dura. È stato un anno di bei film, da Zootopia a Pets – Vita da animali, grazie ai quali umani e quattro zampe a disegni hanno conquistato genitori e figli ancora una volta». «L’universo che sul set chiamavamo Oceania — prosegue — inneggia ai valori della natura ed è stata una gioia ricostruire in tanti disegni isole incontaminate, onde amiche, il blu del cielo e del Pacifico. Il film ha richiesto effetti speciali particolari perché non è facile lavorare sull’acqua, dove si è svolto l’80 per cento delle riprese».
La colonna sonora del film è composta da Mark Mancina, autore delle musiche insieme a Miranda e Opetaia Foa’i, cantautore e voce della band polinesiana Te Vaka. Opetaia Foa’i si considera un figlio di Samoa, cresciuto con la musica. Chitarra alla mano, spiega: «Ho creduto fin da subito nel progetto perché, come mi ha assicurato Lasseter, il copione è stato scritto anche sulla base di storie raccontate oralmente dal popolo, ricco di cultura, dell’Oceania. L’idea di poter approfondire un mondo che per secoli ha affascinato i navigatori portandoli nella vastità del Pacifico, ha acceso la mia immaginazione. I Polinesiani sono andati per mare, da un’isola all’altra e Moana è una loro epigone. La vicenda del film ha luogo molte centinaia di anni fa, ma i suoi contenuti arrivano sino a oggi e faranno fare a tutti, spero, un viaggio in compagnia del popolo e delle onde del Pacifico».
Giovanna Grassi, il Corriere della Sera