E’ il racconto di una violenza, di molta sofferenza e di un grande coraggio “Io ci sono”, la fiction che racconta la storia di Lucia Annibali, la donna sfregiata con l’acido nel 2013 da due sicari assoldati dall’ex fidanzato, Luca Varani, condannato poi a 20 anni di reclusione. Cristiana Capotondi ripercorre nella fiction la storia di Lucia con quell’uomo, il dolore dopo quell’attacco che le ha deturpato il volto e quasi tolto la vista, la resistenza e la forza nell’affrontare molte operazioni chirurgiche. Annibali aveva già raccontato la sua storia in un libro e oggi è impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne.
“Penso che ogni esperienza, come la mia, ma in generale ogni esperienza tragica della vita, sia importante imparare e trasformarla in qualcosa di positivo, che possa essere utile a se stessi, perché è importante emanciparsi da quello che ci succede di brutto nella vita, e donarlo se possibile agli altri”.
Capotondi mostra nella fiction i passaggi dolorosi, sia dal punto di vista fisico che psicologico, che Lucia ha affrontato, e la sua rinascita. “Il messaggio di questo film è innanzitutto di raccontare alle donne come sia fondamentale leggere i primi accenni di una storia violenta e sentirli come dei campanelli d’allarme di una violenza che può essere ancora più grande. Dall’altro lato speriamo che il messaggio di speranza che è insito nella vita di Lucia arrivi a tutti e sia trasversale, che non arrivi solo alle donne vittime di femminicidio ma arrivi a tutti quelli che nella vita stanno affrontando dei periodi difficoltosi. La storia di Lucia è proprio un esempio di come si può tornare alla vita”.
il Sole 24 Ore