La serie debutta sul servizio streaming mercoledì 22 settembre con i primi tre episodi. Poi un nuovo episodio ogni mercoledì
Tra tutti i modi in cui il mondo potrebbe finire, sul serio o per finta, quello raccontato in Y: L’ultimo uomo, nuova serie post-apocalittica basata su un celebre fumetto della DC Comics, è il più insolito e inquietante. Nella loro opera, Brian K. Vaughan e Pia Guerra hanno immaginato una catastrofe senza precedenti in cui tutti i mammiferi dotati di cromosoma Y sulla faccia della Terra muoiono improvvisamente. Tutti eccetto un giovane uomo e la sua scimmia. La sceneggiatrice Eliza Clark, che in tv aveva dimostrato le sue capacità già nell’apprezzata Animal Kingdom, ha preso quella storia è l’ha portata nel decennio e mezzo successivo, aggiornandola rispetto ad alcune tematiche oggi importanti ma preservandone tutta la complessità e spettacolarità. Y: L’ultimo uomo, che Disney+ porta in Italia con Star dal 22 settembre ogni mercoledì con un nuovo episodio (la prima settimana saranno disponibili tre puntate), è un drama che colpisce sì per la stranezza delle sue vicende ma che si lascia apprezzare soprattutto per il suo approccio più filosofico al genere post-apocalittico, senza tuttavia rinunciare all’azione e anche a qualche momento di umorismo nero.
La trama di Y: L’ultimo uomo
Ambientata in una realtà alternativa, Y: L’ultimo uomo racconta cosa succede quando un misterioso virus uccide simultaneamente ogni creatura vivente dotata di cromosoma Y. Ovviamente, prima di poter ragionare sulle implicazioni di una simile catastrofe, la reazione dei sopravvissuti non può che essere di totale shock. Migliaia di cadaveri versano in ogni angolo del pianeta, immersi in pozze di sangue. Chi di loro era alla guida di un’auto o di un qualsiasi altro veicolo, inclusi gli aerei, si è schiantato. Le donne osservano la devastazione e la morte intorno a loro senza capire cosa stia accadendo, mentre per ragioni ignote, un giovane di nome Yorick (interpretato dall’affascinante attore de La verità sul caso Harry Quebert Ben Schnetzer) e la sua simpatica scimmietta Amp stanno per scoprire di essere gli “unici” mammiferi dotati di cromosoma Y rimasti in vita.
Per quale motivo? Yorick non è neppure un alfa tra la sua specie. È uno scapestrato escapista dilettante con seri problemi di autostima. La sua fidanzata lo ha da poco mollato dopo un’intempestiva proposta di matrimonio. Non ha un quattrino e sembra non godere della stima né di sua sorella Hero (Olivia Thirlby, Golia), un paramedico appena uscito da una relazione torbida finita molto male, né di sua madre Jennifer (la nominata all’Oscar per Unfaithful: L’amore infedele Diane Lane), un influente membro del Congresso che si ritrova alla guida del Paese dopo che la linea di successione è stata decimata. Mentre il vuoto di potere scatena una lotta per la posta molto alta in gioco, il mondo ora gestito dalle donne cerca di rimettersi in piedi, ripristinare ciò che è andato perduto e sfruttare questa “opportunità” per costruire qualcosa di migliore.
I temi principali di Y: L’ultimo uomo
“La serie parla di identità e di come cambia in una crisi, ponendo domande su quali parti dell’identità di una persona sono innate e quali imposte”, ha spiegato Clark in un’intervista. “Molte di queste sono domande che ci siamo posti durante la pandemia di Covid-19”. In effetti, Yorick non è l’obiettivo principale di Y: L’ultimo uomo. Il suo mondo è ora gestito dalle donne, dopotutto. “Abbiamo imparato molto nei 20 anni trascorsi da quando il fumetto è stato scritto”, ha continuato Clark. “Per me era davvero importante realizzare una serie che non mettesse in relazione i cromosomi con il genere, perché sono due cose separate. Ricordiamo al pubblico subito e spesso che Yorick non è l’ultimo maschio, ma l’ultima persona con il cromosoma Y”. Quindi, ad esempio, i maschi transessuali esistono ancora nel mondo di Y.
E questo è solo l’inizio. “La serie vuole interrompere il pensiero binario in tutti i modi. Prendiamo il dualismo Democratico e Repubblicano, diventato così polarizzante e così intenso nell’ultimo periodo, e mostriamo che ci sono divisioni all’interno di quelle categorie”. E qui entra in scena Kimberly Campbell Cunningham (Amber Tamblyn, Joan of Arcadia), la figlia dell’ex Presidente, la quale farà tutto il necessario per riportare una parvenza di normalità nel Paese. “Kimberly ha ottenuto tutto quello che è e che ha attraverso la sua vicinanza agli uomini ed è disperata mentre cerca in tutti i modi di tenersi aggrappata ad esso. Questo la rende molto pericolosa”, ha spiegato Clark. Dal canto suo, “Jennifer non è stata votata. È un colpo di fortuna che sia finita in quel ruolo. Ha avuto questa ambizione per tutta la sua carriera. Improvvisamente ha ottenuto ciò che vuole, ma è nelle circostanze più terribili, e poiché suo figlio è vivo, ha molto di più in gioco mentre cerca di mantenere il potere. Questo, moralmente, la mette in una zona grigia davvero interessante”.
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