Dopo oltre 20 anni e 250 episodi. Lux Vide -Rai Fiction, grazie
In vent’anni è cambiata l’Italia, ma per milioni di spettatori è stato come una carezza pensare che un sacerdote detective con la tonaca rattoppata insieme a una manciata di carabinieri potesse salvare il mondo. La storia resta: Terence Hill scende dalla bicicletta, sveste la tonaca di Don Matteo, esce di scena in silenzio e misteriosamente, com’era arrivato, per passare il testimone a Raoul Bova, che vestirà i panni di un sacerdote senza abiti talari che arriverà per sostituirlo e indagare sulla sua sparizione e si muoverà a bordo di una moto a partire dal quarto episodio della tredicesima stagione.
Un addio alla serie, almeno per il momento, per Mario Girotti (questo il vero nome dell’attore, oggi 82 anni e 50 di carriera, tra i western comici con l’amico Bud Spencer fino al successo di Don Matteo ma tanto altro ancora). Uno stop dopo 259 puntate a 22 anni dalla messa in onda della prima (7 gennaio 2020).
Una lunga avventura televisiva accompagnata da ascolti record, perché il prete-detective da subito ha appassionato milioni di persone. Don Matteo, prima parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio, poi trasferito a quella di sant’Eufemia a Spoleto dalla nona stagione, esce di scena alla fine delle riprese della quarta (girata lo scorso 18 settembre), della fiction targata Lux Vide di Luca e Matilde Bernabei e Rai Fiction. “Ventidue anni, 13 stagioni e 259 episodi. Grazie”. È proprio Terence Hill sui suoi account social a ricordare i numeri impressionanti che l’hanno tenuto legato a Don Matteo, uno dei personaggi più amati e longevi della tv italiana. Dopo una foto di gruppo di rito, sono arrivati i ringraziamenti e la commozione da parte di tutta la produzione. “E’ vero, Terence ci lascia – ha detto il produttore Luca Bernabei – ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo, anzi positivo. Vogliamo pensare all’eredità che Terence ci lascia in termini di dedizione, fedeltà e di amore per Don Matteo e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito. Oggi dobbiamo essere all’altezza del mito che non ci lascia, ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence”.
Entrerà in scena Don Massimo: “Il nome l’ho scelto io – aggiunge Raoul Bova – e abbiamo avuto la benedizione di Terence”. In effetti Hill aveva detto di più quando si è scelto Bova, che era “l’unico che poteva sostituirlo”. Nella serie “non si parla di rimpiazzo, ma di una storia che continua: il personaggio di Terence sceglie don Massimo (“che non porterà la tonaca”) perché pensa che abbia i requisiti per portare avanti il suo modo di intendere la vita e parlare con la gente”, spiega Bova. L’attore è “sul set da diversi giorni per respirare “l’aria della serie, abbiamo fatto prove costume e trucco e le letture, domani c’è il primo ciak ed è come se fosse la prima volta. Per me è come la staffetta della 4×100. Mi sta per arrivare questo testimone in grande velocità e io spero di dare il massimo per arrivare a vincere”. Il suo personaggio, conferma all’ANSA Luca Bernabei, “ha alle spalle una storia particolare, prende i voti tardi. E al suo primo incarico in una parrocchia, abbraccia la fede con una spiritualità francescana”. Bova ha avuto modo, anni fa, di interpretare proprio San Francesco. Don Matteo, raccontava in una delle ultime interviste all’ANSA in occasione della dodicesima stagione Terence Hill, “è un po’ come il pistolero Trinità. Non ha un passato, non ha parenti”. L’ideatore della serie, Enrico Oldoini, al debutto “gli aveva suggerito di utilizzare la bicicletta perché sarebbe stato più umano, inizialmente si era pensato a una moto. Aveva ragione Oldoini, vista la longevità della fiction e l’amore del pubblico”. Strana la vita, Don Massimo non andrà in bici, sceglierà una due ruote più veloce. Un po’ come la tonaca, che non verrà utilizzata da Bova. Mentre Hill ha sempre utilizzato la stessa vecchia di vent’anni e ormai consunta. Quella che si vedeva infatti in Don Matteo 12 è, era la medesima delle undici stagioni precedenti: “Non ho mai voluto cambiarla. Qualche anno fa – raccontava – , dopo diverse insistenze, ho accettato di farmene fare una nuova, sono anche andato a farmi prendere le misure. Poi, quando me l’hanno consegnata, l’ho appesa in camerino è rimasta lì”. La dodicesima stagione di Don Matteo, con Terence Hill e Nino Frassica, aveva chiuso consegnando a Rai1 ben 7.300.000 telespettatori e il 26,4% di share. Comunque continua il percorso della Lux con Terence Hill: “L’anno prossimo – spiega Bernabei – faremo insieme due film, uno di Natale e un western”.
Ansa.it