La serie con l’ex Veronica Mars Kristen Bell e il veterano della Tv americana Ted Danson è la prima piacevole sorpresa dell’autunno televisivo. Una comedy ben scritta, originale, con due protagonisti strepitosi
Continua il momento d’oro della commedia televisiva americana (e pensare che, due anni fa, era data per spacciata). L’ultima novità da segnarsi è The Good Place, la serie Tv con l’ex Veronica Mars Kristen Bell e il veterano del piccolo schermo Ted Danson, nata dalla penna di Michael Schur, già creatore di Parks and Recreation.
La nuova sit-com, in episodi da mezz’ora, segue la storia di Eleanor (la Bell), morta e accolta a braccia aperte nell’aldilà riservato ai buoni. Peccato che, in vita, la protagonista è stata tutto fuorché un esempio di moralità e altruismo: mezza alcolizzata, promiscua, egoista e senza scrupoli, si guadagnava da vivere vendendo false medicine agli anziani. Insomma, in «paradiso» ci doveva finire un’altra.
Ignora lo scambio di identità l’ingenuo Michael (Danson), il creatore nonché responsabile dell’aldilà «buono», dove cominciano a verificarsi i fenomeni più bizzarri per colpa di Eleanor (per esempio, quando la nuova arrivata nasconde la spazzatura invece di buttarla, l’immondizia inizia a piovere dal cielo).
L’unico a conoscere la verità è Chris, la presunta anima gemella di Eleanor (già, nell’altra vita, tutti ne abbiamo una), che decide di aiutarla a diventare buona.
The Good Place ha debuttato negli Usa il 19 settembre, accompagnata da ottime recensioni, a cui ci uniamo a ruota. È una commedia ben scritta, riuscita, originale. I due protagonisti sono perfetti: la Bell è azzecatissima nei panni della furbetta e smaliziata che cerca sempre di fregare gli altri, Danson torna alle sue origini comiche (deve il suo successo a Cin cin, degli anni ’80, una delle commedie che hanno fatto la storia della Tv americana) e dimostra ancora una volta la sua versatilità, se si pensa che l’ultima serie dove ha recitato è stata la cupa e grottesca Fargo.
Schur dà vita a un mondo spassosissimo. Dove a ogni ospite viene assegnata la casa a seconda della sua personalità, le parolacce vengono storpiata (con esiti esilaranti), le attività ricreative sono quelle dei nostri sogni (tipo volare), ogni lingua viene automaticamente tradotta così tutti si capiscono senza problemi. Gli abitanti sono santi mancati, che adorano sacrificarsi per gli altri, non riescono a dire bugie, fare del bene è più forte di loro (proprio come Eleanor, insomma).
Per Nbc, è un colpaccio. Negli ultimi anni, sulla una rete generalista, la scarsità di nuovi prodotti interessanti sul fronte comico si è fatta sentire (vedi i flop di Truth to Be Told, Undateable, The Michael J. Fox Show).
The Good Place è la prima piacevole sorpresa dell’autunno televisivo.
Vanity Fair