Bianca Atzei torna con “Il mio canto libero”. Un progetto speciale, nel quale la cantante ha realizzato otto cover in versione “ninna nanna” di brani italiani celebri che lei dedica al figlio appena nato Noa Alexander. “Sono canzoni importanti della musica italiana scritte da grandi autori, reinterpretate e riarrangiate in una chiave più morbida e dolce per esser cantate come delle ninna nanna – racconta lei -. Spero che ogni canzone possa essere una dedica d’amore da parte di ogni mamma per i propri figli come lo è per me”.
Per Bianca Atzei queste sono state canzoni che hanno assunto un significato speciale, perché era quelle che cantava a suo figlio ancora nella pancia nei mesi di gravidanza. I brani sono “Amore disperato”, “A mano a mano”, “Buonanotte fiorellino”, “Il cielo in una stanza”, “Il mio canto libero”, “La cura”, “La donna cannone”, “Solo per te”, tutti presentati in un veste inusuale, curata dal produttore Diego Calvetti.
Quando hai pensato che le canzoni che hanno accompagnato la tua gravidanza potessero diventare un disco?
Verso la fine del settimo mese ho avuto l’idea che queste canzoni potessero diventare qualcosa di più. Soprattutto “Il mio canto libero” mi faceva stare molto bene, in questa battaglia con gli ormoni che affrontavo ogni giorno. Ho vissuto molto bene quei mesi, queste canzoni mi hanno calmato tanto. Ho avuto un riscontro ottimo, Noa dentro la pancia era molto agitato quando sentiva le canzoni si calmava.
Ma le canzoni gliele cantavi mettendo in sottofondo l’originale o solo con la tua voce?
Gliele cantavo con le canzoni sotto, a volte ero invece solo io, magari di notte quando era meglio non fare troppo rumore.
Il disco è prodotto da Diego Calvetti, quanto è stato importante per la forma che hanno preso le canzoni?
Le idee sull’album sono nate da un regalo che ho chiesto a Calvetti. Infatti gli avevo chiesto di farmi una sorta di playlist, dove me le avrebbe suonate al piano e io le avrei ricantate. Ma poi lavorandoci è stato lui stesso a dirmi “perché non facciamo un album?”.
Come mai avete voluto riarrangiarle in forma di ninna nanna?
Intanto per il piacere di sperimentare. C’è stata una ricerca, il desiderio di cambiarle drasticamente. E’ stata una bella sfida anche perché visto il mio timbro graffiato ho dovuto scoprire nuove sfumature nella mia voce. E poi volevo fossero un po’ una dedica d’amore dei papà e delle mamme ai loro figli come lo erano state per me.
Immagino che ci fossero altre canzoni oltre a quelle finite nell’Ep, hai dovuto fare delle scelte dolorose?Purtroppo sì ma una scrematura è stata necessaria, non avrei potuto metterle tutte. Soprattutto sono rimaste fuori due canzoni che amo molto, “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo e “Oggi sono io” di Alex Britti.
E tra quelle che hai fatto ce n’è qualcuna a cui sei legata particolarmente?
“Il mio canto libero” è stata la canzone più forte, che mi ha legata a Noa, perché su di lui ha avuto un impatto molto forte. E poi “La cura”, che da diversi anni canto in chiusura dei miei live.
Adesso che sono state registrate nella tua versione personale gliele fai sentire a Noa?
Certo! Gliele faccio sentire quando siamo in macchina, oppure alla sera al momento del bagnetto. Sono diventate un piacevole appuntamento.
Che estate ti aspetta?
La mia estate si dividerà tra Noa e la musica. C’è il tour, che è già iniziato e andrà avanti fino alla fine di settembre, primi di ottobre. E poi sono sempre in movimento. Ora sono in Sardegna e ho anche scritto qualcosa di nuovo. Ma devo ancora capire se è valido o no. Il tempo d’altronde è sempre meno.