Io un modello? Solo per la mia famiglia
”Truffaut diceva che questo è il festival più necessario. Oggi posso dire che è anche il più divertente. Però, no, non penso di essere un modello da seguire, anche se sono al centro dell’attenzione del pubblico. Cerco di esserlo solo per la mia famiglia e i miei ragazzi”.
Cappello di paglia in testa, abito di lino chiaro, piedi spesso nudi sotto al tavolo, Woody Harrelson, il divo di Natural born killers, il Larry Flynt di ‘Oltre lo scandalo’ e il mentore Haymitch Abernathy di Hunger Games, arriva al Giffoni Film Festival, protagonista di una lunga giornata a tu per tu con i ragazzi. Sbarca (letteralmente) da Ravello, ”la città più bella del mondo”, che frequenta ormai da ’17 anni’ e si porta dietro un piccolo gruppo di amici italiani, ‘Peppe, Emiliano, Cesare, oltre alle figlie e la moglie Laura. Proprio nel giorno in cui si festeggiano i 50 anni dell’arrivo dell’uomo sulla Luna.
”Ricordo molto bene quella sera – racconta – ero seduto con mia nonna e la mia bisnonna. E ricordo la loro grandissima paura che accadesse qualcosa agli astronauti. Continuavano a gridare: ‘è terribile, è terribile!”’.
Le prime domande dei ragazzi sono tutte per Lost in London, il suo primo, autobiografico film da regista, uscito nel 2017. ”Ho scritto una nuova sceneggiatura – dice loro – si intitola ‘Le disavventure di Mr. Fitz‘ e mi piacerebbe girarla”. ”Si ambienta – aggiunge poi ai giornalisti – in Irlanda, uno dei miei paesi preferiti, anche se l’Italia è il primo. È una storia d’amore, con il protagonista che a un certo punto viene cacciato di casa dai genitori. C’è anche molto slapstick. Lo farò, devo solo diventare un po’ meno pigro”.
Classe 1961, vegano convinto (”hai molta più energia, sei solo noioso per i camerieri dei ristoranti”), appassionato di tennis, ogni anno sugli spalti di Wimbledon, si professa fan di Paolo Sorrentino. ”Vorrei essere diretto da lui. È uno dei registi migliori al mondo”, dice, citando anche The Young Pope.
Intanto lo vedremo a ottobre in Zombieland 2. ”Il primo capitolo – racconta – è uno dei ruoli che più mi ha divertito interpretare, insieme ad Hunger Games”.
E si attende anche Midway, il film di Roland Emmerich sulla seconda guerra mondiale. ”È una storia importante – riflette l’attore – forse della seconda guerra mondiale ne sapete di più voi. Il film racconta la storia di una fondamentale battaglia nel Pacifico. Per la prima volta i Giapponesi subirono una sconfitta, che avrebbe portato agli esisti finali della guerra. Interpreto l’ammiraglio Nimitz, capo della flotta americana. Se i Giapponesi avessero avuto dalla sua parte un uomo così, forse avrebbero vinto loro”.
Qualcuno, tra la stampa, gli ricorda la recente assoluzione di Kevin Spacey, dopo esser stato allontanato dal cast di House of cards in seguito alle accuse di molestie. ”Negli Stati Uniti si dovrebbe essere innocenti fino a prova contraria. Non sempre accade. Della vicenda non so altro”, replica, scansando altre eventuali domande sull’attualità, più felice di immaginare un ruolo ancora mai sperimentato: ”Oprah (Winfrey) – sorride – sarebbe una sfida con me stesso”. O di prendersi in giro sulla libertà di espressione a Hollywood. ”Forse a volte dico cose che non dovrei. Poi tocca alla mia press agent gestire le cose”.
”Ma a un giovane che volesse seguire la sua strada, cosa direbbe?”, domanda una ragazza. ”Innanzitutto buona fortuna – risponde Harrelson – E poi, ‘resta concentrato, perché incontrerai un sacco di no”’.
Ansa.it