(Mariano Sabatini, cheap Tiscali) Ben prima di Caronte e delle ondate di calore insopportabili arriva, imperturbabile, ad annunciare la bella stagione (almeno quella della Rai) il signore della Tv di una volta e di oggi: Piero Angela. Giornalista di lunghissimo corso – impastato insieme al monoscopio, consustanziale al mezzo – meglio del cavallo morente di Messina rappresenta lo spirito che dovrebbe ispirare la linea editoriale del servizio pubblico. L’unico a cui viene perdonato l’uso dei calzini bianchi sotto l’abito scuro.
Ha costruito una carriera di solidità marmorea. Amatissimo e stimatissimo, con una popolarità e una riconoscibilità che fanno gola a showmen e soubrette strapagati, senza mai, neppure una volta, andare davanti alle telecamere a cianciare di delitti, senza elargire opinioni un tanto a gettone, né gli è venuta voglia di monetizzare la sua fama magari prestandosi a campagne pubblicitarie discutibili. Vedi il geologo Mario Tozzi.
Sembra incredibile, considerato il contesto che nel frattempo attorno a lui è cambiato fino a diventare irriconoscibile, ma ogni singolo servizio di Quark e Superquark (tutt’ora in onda il giovedì, in prima serata su Rai1, con ascolti di tutto rispetto) è stato sempre ispirato ai principi sani della voglia di conoscenza, approfondimento, comprensione. Piero Angela è l’incarnazione della coerenza e del rigore, espressione di quella Rai del passato che ha allevato i Zavoli, i Barbato, i Rispoli, i Tortora. Ma a ottantasei anni suonati, con il suo inconfondibile stile di affabulazione che l’anagrafe avvicina ormai a quello di un venerabile nonno intento a raccontare una storia ai nipotini, non teme la sfida del presente e del futuro.
Supportato ai testi da Elisabetta Bernardi, Paolo Magliocco, l’immarcescibile Marco Visalberghi e, alla regia, dall’ottimo Gabriele Cipollitti, il divo Piero prosegue nella sua imponente opera di semplificazione della realtà; che sia una nuova specie di meduse, la più alta concentrazione di star up in Europa o le nuove scoperte sulla celiachia. Consapevole, come lo siamo noi, che la semplicità è solo complessità risolta, e l’approdo ad essa richiede studio, applicazione, abnegazione.
Nel suo avveniristico studio virtuale, Piero Angela continua – con l’ausilio di riconosciuti esperti – a raccontare e decrittare il mondo, dimostrandoci come la curiosità contribuisca (magari senza rinunciare a un ceck up sanitario completo) a mantenere efficienti cuore e testa. Ma chi sono i suoi eredi in Rai? Scomparso Alessandro Cecchi Paone, uno lo è per diritto dinastico o, se volete, ereditario. Penso ad Alberto Angela. A differenza del padre, che ha un Dna giornalistico e ha sempre dichiarato di essersi terribilmente annoiato a scuola, ha una formazione universitaria come paleontologo. Quella di Alberto è, intendiamoci, una tv composta, piacevole, del tutto coerente con quella dell’augusto genitore; ma è per me inguardabile per la gestualità ridondante del conduttore, sempre più simile alle esilaranti imitazioni che ne hanno fatto. Sarebbe capace di mimare le fattezze di una vagina o di un pene parlando di riproduzione umana.
Con ammirevole scatto in avanti si è, invece, discostato dalle reinterpretazioni satiriche (Kazzenger!) che lo riguardavano, Roberto Giacobbo, instancabile “scavalcamontagne” di Voyager: il lunedì in prima serata su Rai2. Come i teatranti di una volta, impegnati a portare le meraviglie dei loro spettacoli nelle piazze più lontane e bistrattate, il conduttore copre per noi distanze considerevoli, fino “ai confini della conoscenza”. E c’è ancora chi magnifica le sue puntate sul Santo Sepolcro o sul lago sotterraneo di Roma. Questo simpatico Gabibbo (è alto, grosso e ormai autorevole come il pupazzone di Striscia la notizia) della divulgazione scientifico-culturale, senza rinunciare al caratteristico stile emozionale, ha saputo discostarsi dallo scandalismo di stampo millenarista o dal sensazionalismo sulla presunta esistenza di draghi per approdare a un documentarismo disinvolto, ma non meno credibile. Comunque, di chiunque si tratti, non me ne vogliano: i divulgatori in attività saranno sempre una spanna sotto sua televisività Piero Angela.