(di Tiziano Rapanà) La struttura del nuovo agire televisivo è in via di definizione. Ma alcune certezze sembrano palesarsi agli occhi curiosi di chi vuole capirci di più. Non io che ho scelto di bendarmi e rimirare, con gli altri quattro sensi, l’altrove che si prospetta nel tramonto delle cose. Eppure le occasioni che si colgono, nel leggere le anticipazioni, mi parlano di novità tangibili. Ma non hanno quel gusto tutto caro a Montale: non sono Occasioni per dare una propria idea di mondo. E non c’è Clizia, destinataria di pensieri ed idee. Non sono certo le occasioni per ripensare al passato, a chi si è stato, al divenire all’indietro che talvolta viene scambiato con la nostalgia. Sono solo occasioni che certificano un cambiamento: niente di rilevante. Epperò, mutare si deve. Si parla – realtà o suggestione? – dell’arrivo di Roberto Inciocchi ad Agorà, insigne simposio politico di Rai 3. Il nome è qualificato, la professionalità è eccelsa. E ce ne fossero di osservatori acuti come Inciocchi, che conduce un programma interessante – in quel di SkyTg24 – chiamato Fuori campo. Ogni giorno (festivi esclusi) Inciocchi si muove tra le strade di Roma per scrutare qualcosa di più sul tema caldo, sull’impellente che si materializza nel sentire degli italiani. Sì, è una bella idea vedere Inciocchi su Rai 3. Basta vederlo in scena, e non ne faccio una questione di prossemica: il suo movimento verso gli ospiti e telespettatori rivela obiettività e sacralità per la notizia. Da qui al 7 luglio, altri nomi e altri programmi si imporranno negli ipotetici quadri proposti dai giornali e siti. Poi sarà il tempo della presentazione ufficiale. Molti l’attendono, io… preferisco vivere!