La cantante, che sta per partire col tour estivo con Biagio Antonacci, racconta la vita tra i palchi di mezzo mondo e la figlia che fa la recita alle Elementari: «Ho finito le prove a notte fonda, ho messo la sveglia ma non mi sono svegliata. Ho pianto tutte le lacrime»
I sensi di colpa di una mamma. Laura Pausini, pronta a partire col tour congiunto al fianco di Biagio Antonacci (prima tappa il 26 giugno dallo stadio San Nicola di Bari), ha scritto un lungo post che vira sul personale.Un’eccezione per un’artista da sempre molto riservata come lei, che ha sempre tenuto il privato – la figlia Paola, 6 anni, e il compagno Paolo Carta, insieme da 13 anni – lontano dai riflettori.
La cantante racconta come far combaciare carriera, palco e vita familiare non sia semplice nemmeno per una che fa il suo mestiere.
«Oggi voglio raccontarvi una cosa un po’ personale che spesso non viene presa in considerazione per chi fa un lavoro come il mio perché si pensa sempre che tutto sia sempre facile e semplice per noi cantanti», fa sapere, prima di andare al dunque. «Stamattina», scrive, «c’era la recita della mia Paola a scuola. In questi giorni di prove senza fine, sono riuscita ad accompagnarla alla recita di danza e all’incontro serale con tutte le classi, ma stamattina non sono riuscita a svegliarmi in tempo».
Per me è stato un colpo al cuore, continua la 45enne, «e so che anche per lei è stato difficile non avere la sua mamma con sé. Da una decina di giorni vado a letto dopo le tre di notte e ieri sera abbiamo finito più tardi del solito le nostre prove così mi sono addormentata alle 5.30. Le avevo anticipato che forse non ce l’avrei fatta stamattina ma avevo comunque messo la sveglia per provarci perché ci tenevo tanto… per mezz’ora di ritardo non ci sono riuscita».
«Mi sono sentita molto in colpa, perché anche se lei per fortuna sa che la mia priorità è essere la sua mamma, oggi ho commesso un errore accettando di lavorare fino a così tardi ieri notte», la riflessione della cantante che ha venduto più di 70 milioni di dischi. «Questo mio bel mestiere è anche molto complicato, per me e per lei. So che tante persone per lavoro non possono essere presenti a questi eventi dei nostri figli, in questi casi sapete come mi sono sentita stamattina piangendo tutte le lacrime».
Essere genitori, aggiunge, non è semplice. Ma sa di essere fortunata perché può contare su mamma Gianna, nonna affettuosa. «Vorrei ringraziare pubblicamente la mia mamma perché mi aiuta tutte le volte che abbiamo bisogno. E avere la presenza di un genitore anche in questo caso è una benedizione».
Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair