E’ uscito “Come te”, primo album di Matteo Paolillo, autore di “Origami all’alba”, colonna sonora della terza stagione della fortunatissima serie tv “Mare Fuori”, che ha scalato le classifiche musicali dal giorno della sua pubblicazione, e di “Liberatemi” che ha anticipato l’album.
“Come te” contiene le tematiche che stanno a cuore al suo autore in 11 brani con i featuring di Gelo e Clementino e la produzione di Lolloflow: l’empatia tra le persone, il non aver paura dei propri sentimenti, l’essere pronti ad aiutarsi. “Un progetto musicale che racconterà di me e non più solo di Edo”, aveva annunciato sui suoi social Matteo, presentando il progetto. “‘Come te’ significa anche che siamo tutti diversi ma comunque tutti uguali”, ha raccontato a Tgcom24.
Raccontaci come è iniziato il tuo percorso musicale
Il mio percorso musicale ha preso il via per gioco quando ero al liceo e facevo un po’ freestyle. Quindi mi sono avvicinato al rap e poi mi sono trasferito a Roma e qui ho cominciato a scrivere qualcosa ma in maniera molto rudimentale, fin a quando poi sono entrato al Centro Sperimentale di Cinema, Lì ho conosciuto Lorenzo e Pietro che sono stati due ragazzi con cui ho cominciato a collaborare per fare musica. Con Lorenzo (Lolloflow) collaboro ancora oggi. Da lì ho iniziato a sperimentare prima con il rap e poi con altri generi. E poco dopo io e lui abbiamo fatto la sigla di “Mare fuori”.
Il tuo primo album si chiama “Come te”. Perchè questo titolo?
Innanzitutto la canzone l’ho fatta diventare la title track perché ha un po’ la tematica centrale di tutto il disco. Quando scrivo metto la mia autorialità nella musica e viceversa, quindi in qualche modo la mia struttura è sempre un po’ empatica, nel senso che scrivo di me ma mi metto nei panni di altre persone. La traccia vuole raccontare questa vicinanza e questa empatia, e il fatto che lo stare insieme ci aiuta a superare qualsiasi cosa. La musica è un grande collegamento di condivisione e di aiuto reciproco. Ed è anche quello che avviene con la musica nello scambio tra il cantante sul palco e il pubblico. E’ un dialogo, uno scambio. Per me non c’è distinzione, non c’è una linea che separa chi è sopra e chi è sotto il palco.
Quali sono i temi dell’album?
Partendo da questa empatia, l’altra grande tematica centrale è l’amore che ci salva da tutte cose. Poi c’è anche il non aver paura dei propri sentimenti, e l’essere pronti ad aiutarsi. “Come te” significa anche che siamo tutti diversi ma comunque tutti uguali.
Questo è il tuo esordio, dopo aver pubblicato l’Ep intitolato “Edo”, che ruotava un po’ intorno al mondo del personaggio da te interpretato in “Mare Fuori”. Hai annunciato che sarebbe stato “Un progetto musicale che avrebbe raccontato di te”. E’ un modo per staccarti dal personaggio anche a livello musicale?
“Edo” è uscito a distanza molto ravvicinata dalle stagioni di “Mare fuori” e lì avevo fatto un grosso lavoro sul personaggio. E anche una ricerca sulle tematiche musicali. Adesso invece, nonostante continui a girare “Mare fuori”, non ho più portato così tanto la musica dentro la costruzione del personaggio perché comunque è già molto definito. Perciò ho spostato la musica su altri fronti, soprattutto più su me stesso e in generale su quello in cui mi voglio identificare.
Quanto c’è di Edo in te, che somiglianze ci sono?
Per il lavoro sul personaggio cerco di partire sempre da qualcosa più vicino a me. In questo caso ho sviluppato il rapporto con la poesia che ha Edoardo. E quindi ho messo la mia sensibilità nel personaggio raccontando un carattere che vive reprimendo questa sensibilità. E che non può dare libero sfogo alla sua arte ma piuttosto deve sottostare a delle regole. Per questo è un personaggio molto distante da me.
Da chi arriva la tua ispirazione? Quali sono i tuoi numi tutelari, la musica con cui sei cresciuto o che ascolti?
Sono cresciuto ascoltando principalmente rap. Prima Eminem e Tupac poi i rapper italiani usciti dieci anni fa come Gemitaiz, tutta la Machete, Marracash. E poi negli anni mi sono aperto a tanti altri generi. Ascolto molto Post Malone, Travis Scott ma anche sonorità afro. In generale comunque la mia ispirazione viene dalla vita, da quello che vedo e sento, a cui la mia sensibilità si affaccia. Quindi sicuramente l’ascolto di tanta musica in qualche modo condiziona, però poi alla fine la creatività sta nel prendere spunto dalla propria vita e dalla propria percezione.
Nell’album c’è il brano “Uragano” con Clementino. Come è nata la collaborazione?
Ci siamo conosciuti al Giffoni nel 2021. Poi quando stavo finendo il disco gli ho chiesto di ascoltarlo per avere un consiglio perché per me è un orgoglio: lui ha fatto la scuola del rap napoletano. E il fatto che fosse contento di ascoltarlo e di darmi suggerimenti mi ha fatto molto piacere. Lui mi ha detto: ‘Secondo me, ti manca un pezzo così’. E alla fine l’abbiamo fatto insieme. E’ stato stupendo vederlo all’opera e vivere da vicino la sua esperienza musicale. Ho visto un flusso inarrestabile di creatività e di rime.