Gli 80 anni di Al Bano, una voce e una vita da romanzo popolare

Gli 80 anni di Al Bano, una voce e una vita da romanzo popolare

Al Bano compie 80 anni il 20 maggio. Ma in realtà i festeggiamenti sono cominciati al Festival di Sanremo di quest’anno dove, nella seconda serata, insieme ai suoi amici rivali Gianni Morandi e Massimo Ranieri, è stato protagonista di una sfida a colpi di classici della canzone. E intanto ha registrato all’Arena di Verona “4 Volte 20”, un concerto spettacolo in cui racconta in musica la sua vita e la sua carriera con alcuni amici speciali come Gianni Morandi, Renato Zero, Umberto Tozzi, i Ricchi e Poveri, Iva Zanicchi, Arisa. Oltre a Romina Power e ai figli.

Nel frattempo Al Bano è impegnato in un tour italiano. Niente male per un ottantenne che si è conquistato una fama mondiale partendo dal nulla, da una casa dove “sono stato cresciuto a pane e valori, ma spesso c’erano più valori che pane” come racconta lui stesso e da un paese, Cellino San Marco, che quando lui era ragazzo era un posto da cui scappare, niente a che vedere con la Puglia super trendy delle masserie a sei stelle di oggi.

Italian dream Al Bano (si chiama Albano Antonio Carrisi perché il padre, ferito in guerra, fu salvato dai soldati albanesi) è il protagonista di un vero e proprio “italian dream”: la scoperta di una voce che gli avrebbe consentito di seguire le orme del suo idolo Domenico Modugno (nato a pochi chilometri da Cellino), la fuga a Milano, dove fa il cameriere, il manovale e l’operaio in fabbrica, l’ingresso nel Clan di Celentano dove non riesce a sfondare. Fino a che, dopo aver firmato con un’altra casa discografica, nel 1967 incide “Nel Sole,” il brano che gli cambia la vita. Non solo perché gli apre le porte del successo ma perché sul set del musicarello tratto da quella canzone incontra Romina Power, la figlia di Tyrone Power e Linda Christian con la quale ha dato vita a una vicenda sentimentale e professionale che fa parte della storia del costume del nostro Paese.

La sua terra e il successo all’estero È stata proprio Romina a convincerlo a ritornare a casa, a riprendere il legame con quella terra da cui lui era scappato giurando che non sarebbe più tornato: oggi quella terra si chiama Tenuta Albano Carrisi ed è il suo regno, 600 ettari con un bosco, un resort, una chiesa, varie piscine, un’azienda agricola che produce olio e vino. Come per molti cantanti della sua generazione, l’avvento dei cantautori negli anni 70 è stato un momento di crisi: lui l’ha superato cantando all’estero, prima in Spagna e in Germania, poi, insieme a Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri, ha scoperto l’allora Europa dell’Est dove, negli anni plumbei della cortina di ferro, ha rappresentato, e rappresenta ancora, un simbolo di libertà perché erano gli unici cantanti che portavano in concerto la musica dell’Occidente.

Al Bano e la Russia Molto amato a Mosca, nel 2019 è finito nella blacklist dell’Ucraina che gli aveva contestato alcune dichiarazioni sull’appartenenza della Crimea alla Russia, una vicenda chiusa senza conseguenze. Ma dopo l’invasione russa ha chiarito che non tornerà a Mosca se non per cantare la pace.

Il riscatto La sua è una storia di riscatto vissuta in perenne conflitto con la critica che non perdonava la semplicità pop-kitsch di “Felicità, “Ci sarà” (che vince il festival di Sanremo), “Il Ballo del Qua Qua” segnata dalla tragedia della scomparsa della figlia Ylenia e dalla crisi seguita alla separazione da Romina. Al di là del nuovo legame con Loredana Lecciso (da cui ha avuto Yasmine e Albano jr.), ancora una volta è stata la musica a riportarlo a galla grazie a una canzone con cui nel 1996 è tornato a Sanremo e che da allora rappresenta il suo ritratto esistenziale: “È la mia vita”.

Al Bano e Michael Jackson Una vita fatta anche di incontri artistici con personaggi come Montserrat Caballé e Paco de Lucia e in cui trova spazio anche la clamorosa vicenda della causa per plagio intentata contro Michael Jackson accusato di aver copiato “Will You Be There” da “I Cigni di Balaka”: il procedimento costrinse Jackson a presentarsi al tribunale di Roma il 4 febbraio 1997, tra richieste di risarcimenti miliardari e sequestro dell’album “Dangerous” che conteneva il brano incriminato. Tutto si concluse con un accordo tra le parti che comprendeva anche un concerto di Albano e Michael Jackson insieme per raccogliere fondi a favore dei bambini del Kosovo che non si è mai svolto per la morte del divo. Una storia fuori dal comune partita dal niente e diventata un romanzo popolare grazie alla voce di un ragazzo che sognava di essere Domenico Modugno.

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