No, il film su Elton John non è un altro “Bohemian Rhapsody”. Questo è un vero musical

No, il film su Elton John non è un altro “Bohemian Rhapsody”. Questo è un vero musical

Un mix di realtà e sogno che convince e non assomiglia al biopic sui Queen

Chi si aspetta la versione Elton John di Bohemian Rhapsody si troverà a vedere un film molto diverso. Dopo il film musicale di maggior successo della storia, che raccontava la storia di Freddie Mercury con ricostruzioni maniacali di momenti e movimenti, Rocketman è un vero musical, molto glam, più crudo, più sesso droga e alcolismo, ed è soprattutto una seduta psicanalitica su dolori, turbamenti e turpitudini della vita di Elton John, che lo ha prodotto insieme al marito David Furnish dunque ne ha controllato ogni dettaglio senza risparmiare nulla a nessuno tra le persone della sua vita.Il regista Dexter Fletcher disegna personaggi negativi come il padre cattivo e anaffettivo, la madre succube, il manager e amante vessatorio John Reid (curiosamente l’unico personaggio presente sia nel film sui Queen che in questo, in quanto fu manager di entrambi gli artisti) e positivi come il paroliere Bernie Taupin, fedele compagno di scrittura che sarà l’unico a capirlo sempre. È una storia di ascesa e caduta, del successo clamoroso raggiunto in poco tempo e dell’ abisso di eccessi in cui Elton John precipita quasi subito, una storia punteggiata da avvenimenti reali e documentati spesso piegati ad esigenze musicali e narrative.Ad esempio: la ricostruzione del momento in cui Elton John diventa una star mondiale in una notte, quella del 25 Agosto 1970 quando sale sul palco del Troubadour di Hollywood per il suo primo concerto americano, è corretta, ma certo quella sera non venne eseguita Crocodile Rock, canzone scritta due anni dopo.È vero che il nome Elton fu ispirato dal sassofonista Elton Dean suo compagno di band, ma è scritto negli annali che John deriva da Long John Baldry che della band era il leader, mentre nel film risulta una improbabile ispirazione da una foto di John Lennon, di certo più mainstream. Un film che riesce nell’intento tipico dei buoni musical di adattare i testi delle canzoni ai momenti di racconto, dove quindi I want love (but it’s impossible) è dedicata alla sofferenza del rapporto con il padre che non lo ha mai amato, Don’t let the sun go down on me al temporaneo ruolo salvifico di Renate Blauel che lui sposò e che cercò senza successo di tirarlo fuori dai guai, e I’m still standing al finale positivo di chi riesce ad uscire dal gorgo, le cui note si sentono mentre scorre la scritta «Elton John è sobrio da 28 anni».Un film con una sua sofferta poesia, con un protagonista straordinariamente bravo ed espressivo, Taron Egerton, e soprattutto con le canzoni di uno dei più grandi autori degli ultimi cinquant’anni. Questo venerdì ci sarà a Milano una anteprima di gala ad inviti, il film uscirà nelle sale italiane la settimana prossima, e sabato 1 giugno giornata interamente dedicata con il documentario Rocketman Movie Special, un concerto Unplugged e i videoclip di Elton John sul canale tv VH1.

Luca De Gennario, lastampa.it

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