Solo, Star Wars diventa western spaziale

Solo, Star Wars diventa western spaziale

Film di Howard in sala il 23/5. Nuovo spin-off su Obi-Wan Kenobi

Uno sci-fi western, tra avventure alla Indiana Jones, noir anni ’30, commedia bromance, humour goliardico, e sperticata dichiarazione d’amore per la saga (senza disdegnare prequel e sequel). Ron Howard, che ha accettato ‘in corsa’ la regia di Solo – A Star Wars Story, dopo il licenziamento a meta’ produzione di Chris Miller e Phil Lord (The Lego Movie), unisce la sua anima di grande fan di Guerre Stellari oltre che di cinefilo amante dei generi, per raccontare in questo spin-off le origini del contrabbandiere/pilota/eroe (entrato nella leggenda cinematografica con il volto di Harrison Ford) che dopo il debutto a Cannes arriva con Disney il 23 maggio in Italia e il 25 negli Usa. Dopo una selezione a cui hanno partecipato molti dei nomi emergenti di Hollywood (fra gli altri Miles Teller, Logan Lerman, Ansel Elgort, Dave Franco, Scott Eastwood, Taron Egerton) e’ stato Alden Ehrenreich, californiano, classe 1989, a conquistare il ruolo del giovane Han. Un personaggio sfaccettato al quale da’ vita senza timori reverenziali, aiutato da un cast di prim’ordine, che comprende una magnetica Emilia Clarke, Woody Harrelson, Donald Glover (che ruba spesso la scena nei panni del precedente proprietario del Millennium Falcon, Lando Calrissian), Thandie Newton, Paul Bettany e Joonas Suotami nella parte di Chewbecca. L’incontro con Solo avviene sul cupo e tirannizzato pianeta natale del futuro eroe, Corellia, dal quale Han, giovane e spericolato ladro, progetta la fuga con la sua ragazza Qi’ra (Clarke). Le cose non vanno come i due ragazzi sperano ma Solo non si arrende. Da un arruolamento nell’esercito imperiale con l’obiettivo di diventare pilota, alle avventure con contrabbandieri molto piu’ navigati di lui, capitanati da Beckett (Harrelson) e il capo-criminale Dryden Vos (Bettany) Solo si forma a colpi di incontri (come quello, nel fango, con il wookie Chewbecca, che diventa suo inseparabile compagno d’avventure), missioni spesso disperate, un amore apparentemente irrealizzabile e lotte per la liberta’. Il ‘ragazzo’ degli anni ’70, Ron Howard, in un bailamme di inseguimenti, assalti al treno, ‘salti’ spaziali, si diverte e ci diverte anche ridisegnando, insieme ai due sceneggiatori Lawrence e Jon Kasdan, in modo un po’ anarchico, personaggi come il pilota e giocatore d’azzardo Lando (Billy Dee Williams nella versione ‘classica), che trova come perfetto interprete ‘da giovane’ il talentuosissimo Donald Glover affiancato da un droide femminista, L3-37 (Phoebe Waller-Bridge). Per il regista, grande amico di George Lucas, con cui ha lavorato in American Graffiti, “la storia riflette moltissimo lo spirito dei film originali nella sua combinazione di giocosita’ e temi profondi, mescolata con grandi scene d’azione, e ambientata in un universo affascinante, invitante, divertente e capace di spingere alla riflessione”. La critica ha risposto in buona parte favorevolmente (ma non mancano i giudizi negativi); ora si attende il verdetto del botteghino, con una previsione di debutto negli Stati Uniti tra i 160 e i 170 milioni di dollari. Intanto la macchina di Guerre stellari va avanti e gia’ si pensa al nuovo spin-off. Secondo Tmz, che cita come fonte un preliminare foglio di produzione, sara’ su Obi-Wan Kenobi e a dirigerlo dovrebbe essere Stephen Daldry.

Ansa

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