FRANCESCO GABBANI: «SE LA MERITOCRAZIA ESISTE, SI ESPRIME IN RITARDO»

FRANCESCO GABBANI: «SE LA MERITOCRAZIA ESISTE, SI ESPRIME IN RITARDO»

A tu per tu con il cantautore italiano più chiacchierato del momento. In attesa dell’uscita del suo nuovo disco e della partecipazione all’Eurovision.

francesco_gabbaniIn questi ultimi giorni di Francesco Gabbani si è detto di tutto. Molti hanno scritto dei riferimenti filosofici contenuti nel testo di Occidentali’s Karma, la canzone che lo ha portato a vincere il suo secondo Festival di Sanremo, questa volta tra i “Big”. Poi c’è chi ha analizzato la sua performance all’Ariston nei minimi dettagli, chi ne ha esaminato il look, chi ha cominciato a fare pronostici sulla sua partecipazione all’Eurovision prevista per il prossimo maggio, chi si è concentrato sulla sua vita sentimentale. C’è stato persino chi l’ha definito “superdotato come Rocco Siffredi”, scatenando un dibattito sui social che non ha ancora visto la fine. Non è che si sta esagerando? «Fa parte del gioco», dice il trentacinquenne di Carrara quando lo raggiungiamo al telefono mentre corre da un impegno all’altro.
Risposta diplomatica, però, scusi, che cosa pensa degli articoli in cui Fabio Ilacqua – autore del testo di Occidentali’s Karma assieme a lei e a Luca Chiaravalli – viene presentato come il suo paroliere e il vero fenomeno?
Diciamo che nel nostro team lui è la persona che si dedica ai testi, sui quali, però, ragioniamo assieme: ogni testo nasce da una condivisione di idee.
Quindi, per capire, lei del libro La Scimmia Nuda dell’etologo inglese Desmond Morris che cosa sa?
È una lettura che io e Fabio abbiamo condiviso, così come abbiamo deciso insieme di infilarla nel brano.
Che cosa l’ha colpita di quel saggio?
Di Morris mi piace che sottolinei come, al di là del nostro sviluppo intellettuale – sviluppo che ci permette di elevarci alla dimensione razionale e che fa sì che ci sentiamo degli esseri superiori agli altri animali presenti sulla Terra -, al di là questo, il movente di tutte le azioni che compiamo è fondamentalmente il soddisfacimento degli istinti primordiali e animaleschi. Morris di fatto tratta l’essere umano come una specie tra le tantissime specie di scimmie che ci sono su questo pianeta, e la specie in questione la definisce “scimmia nuda” perché non siamo pelosi. Ma anche qui, in realtà, bisogna capire perché siamo senza pelo.
Perché?
Per questioni evolutive, e qui faccio una citazione darwiniana: nello sviluppo abbiamo imparato a vestirci, per cui il nostro corpo pian piano si è adattato. Anche se poi qualcuno i peli ce li ha, pure io, ma insomma, molto meno rispetto alle nostre cugine scimmie.
Sintetizzando: siamo animali, quindi è inutile che ce la tiriamo, che ci sentiamo superiori. È così?
Ma no, la componente dell’intelletto c’è e ci distingue, però sarebbe anche carino se ammettessimo che il fine ultimo di ciò che facciamo è accontentare i nostri istinti.
Ok, il suo punto di vista è chiaro, dopodiché c’è chi analizzando quel testo l’ha accostata a Franco Battiato: che effetto le ha fatto?
L’accostamento mi lusinga, lui è sicuramente tra gli artisti che mi piacciono, può darsi che a livello inconscio mi abbia influenzato. Detto questo, le mie ispirazioni e il mio background vengono trasversalmente da ciò che mi emoziona, senza distinzioni di genere. Prendo tutto, a patto che mi emozioni.
Avrà delle preferenze, degli idoli…
Non ho idoli, spazio dalla tromba di Chet Baker – perché la mia formazione musicale arriva da lì, quando ho iniziato a suonare facevo funk, rhythm and blues e jazz – al rockn’roll di Rolling Stones e Deep Purple, per arrivare alla musica classica di Corelli, che mi piace moltissimo, e al pop americano, per esempio, di Rihanna. E poi i nostri cantautori: De Gregori, De André, Dalla, Guccini… E sì, anche Battiato, solo non vorrei che mi si considerasse come scimmiottante qualcun altro, per restare nei termini della scimmia.
Lei si è avvicinato alle sette note nel negozio di strumenti musicali di suo padre.
Non solo: fino a due anni fa, pur facendo musica e dedicandomi alla scrittura di canzoni, ho continuato a lavorare in negozio. Quello è l’ambiente in cui sono cresciuto, anzi, il mio parco giochi: anche da adolescente e quando sono diventato un po’ più grande le mie ore libere le ho sempre dedicate alla musica e poter vivere in quel contesto è stata una fortuna. Anche perché mio padre non mi ha mai forzato, ci teneva che il mio interesse nei confronti della musica fosse naturale e così è stato.
E sua madre?
Collabora con mio padre nell’amministrazione del negozio, ma in realtà è una casalinga. Non ha capito quanto lavoro ci sia dietro alla musica fino a quando ho vinto Sanremo nel 2016, lì ha compreso ed è stata contenta.
C’è un’altra donna nella sua vita, la sua fidanzata Dalila Iardella.
Non mi va di parlarne, vorrei tenere la mia vita privata veramente privata, ma visto che ormai questa cosa è uscita dappertutto ed è stata sdoganata… Posso dire che sono contento di avere questa persona accanto, perché rispetta me e quello che faccio, dote rara perché avere a che fare con un artista non è facile. Sono molto appagato da questo rapporto.
Se dovesse durare, si sposerebbe?
Eviterei di rispondere adesso, non lo so.
La cosa strana è che è legato a una tatuatrice, ma non ha nemmeno un tatuaggio.
No, nessuno, non ho mai sentito l’esigenza vera di tatuarmi, attualmente i tatuaggi che ho sono nel cuore e nell’anima.
67mo festival della canzone italiana – Serata FinalePerò ci tiene all’aspetto fisico e al look?
Di certo non punto sull’estetica, semmai ci tengo a essere ordinato per una questione di rispetto per gli altri e per il pubblico, ma il look non è la mia preoccupazione principale. Dopodiché se qualcuno mi trova piacevole, per carità, mi fa piacere.
E questa storia di Gabbani superdotato, come l’ha presa?
Ma quello era ed è uno scherzo e spero sia stato e sia concepito come tale. Io per primo non l’ho preso seriamente. Non sono spaventato da queste cose, non le trovo invadenti, per ora ci stanno, è normale che quando sei così tanto esposto mediaticamente si dica di te un po’ di tutto, è anche giusto così. Quel che farò sarà crearmi una sorta di recinto per una questione egoistica di salvaguardia di me stesso.
Ora ha tutti gli occhi puntati addosso, ma è vero che a un certo punto aveva pensato di accantonare la carriera musicale?
Non esattamente. Non ho mai abbandonato l’idea di fare musica, avevo abbandonato l’idea di espormi e mettermi in gioco in prima persona come artista. Non perché non ci credessi più, ma perché dopo vari tentativi discografici, prima con la band, poi da solo, mi ero un po’ disilluso. Parliamoci chiaro, oggi siamo nell’era in cui, almeno in Italia, la musica si fruisce perlopiù tramite i talent, ma io i talent non li ho mai considerati adatti a me, e quindi tutto si è fatto più complicato. Che poi non è che sia contrario ai talent, ma penso siano giusti per gli interpreti, mentre io le mie canzoni me le scrivo.
Ha anche scritto per altri.
Infatti, è quello che stavo per dire: anche quando ho pensato di non mettermi più in gioco io, con la mia faccia, ho continuato come autore e anche con soddisfazioni: ho scritto per Francesco Renga, per Mina e Celentano…
La sua gavetta non si discute, ha firmato il suo primo contratto discografico a 19 anni, pubblicato due album con i Trikobalto, con cui tra l’altro ha aperto un concerto degli Oasis, e avrà fatto di sicuro molte altre cose dato che non è un ragazzino. Secondo lei c’è meritocrazia in Italia, nel suo settore?
Allora, credo che se c’è una componente di meritocrazia, funziona alla lunga. Insomma, mi sembra che la meritocrazia ci metta un po’ troppo a esprimersi. Però penso che questo sia dovuto in parte al web, perché purtroppo Internet – che è un grande canale di comunicazione, per fortuna che esiste – crea un po’ di confusione, nel senso che in Rete c’è tanta gente che non vale quanto è convinta di valere, solo che sta lì, si atteggia, si mette in mostra, e gli utenti a quel punto possono confondersi.
Non è la discografia che insegue in modo eccessivo chi fa più clic?
Sì, ma è costretta, è il web che l’ha obbligata a fare così, dopo averla messa in ginocchio.
A proposito di clic, in questo momento Occidentali’s Karma viaggia verso i 23 milioni di visualizzazioni, un buon biglietto da visita per l’Eurovision: che performance s’inventerà stavolta?
Vediamo, per adesso devo ancora realizzare ciò che è successo e sono concentrato sul nuovo disco, che uscirà più o meno in quel periodo. Cercherò di capire come funzionano i meccanismi dell’Eurovision, ma prima di tutto viene il mio album: è questa la priorità.

di Raffaella Olive, IO DONNA- Il Corriere della Sera

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