DENIS VILLENEUVE, IL BAMBINO CHE SOGNAVA GLI ALIENI OGGI È IL REGISTA DI ‘BLADE RUNNER’

DENIS VILLENEUVE, IL BAMBINO CHE SOGNAVA GLI ALIENI OGGI È IL REGISTA DI ‘BLADE RUNNER’

Nell’anno in cui compie 50 anni il regista canadese realizza il suo sogno di infanzia non con uno ma con tre film di fantascienza: è candidato agli Oscar per ‘Arrival’, sta per consegnare l’attesissimo sequel di ‘Blade Runner’ e progetta il reboot di ‘Dune’. Noi puntiamo su di lui

DENIS VILLENEUVE“Sognavo di fare un film di fantascienza già dall’età di dieci anni. Credo che questo genere possieda il potenziale e i mezzi per esplorare la nostra realtà in modo molto interessante”. Denis Villeneuve, 50 anni il prossimo 3 ottobre, è riuscito a realizzare il suo sogno di bambino: in un solo anno ha ottenuto la sua prima nomination agli Oscar con Arrival, ha realizzato il sequito di uno dei film culto di fantascienza Blade Runner 2049 e si è aggiudicato la regia del reboot di Dune dalla saga di Frank Herbert, già portata sul grande schermo da David Lynch. Non male per un ragazzo del Quebec che amava gli alieni. Per questo abbiamo deciso di puntare su di lui.
Nato a Gentilly (Ville de Bécancour) in Canada, Denis Villeneuve dopo il liceo scientifico ha studiato cinema all’Università. Le prime esperienze sono state nella tv canadese mentre la fama internazionale è arrivata all’inizio degli anni Novanta quando, con il film Un 32 août sur Terre ha girato più di 35 festival internazionali, ed è stato candidato dal Canada come miglior film in lingua straniera, essendo girato in francese. A quello sono seguiti una serie di titoli drammatici e intimisti: Maelström sulle conseguenze tragiche di un incidente, Polytecnique, ricostruzione del terribile massacro di Montreal del 1989 in cui morirono molte studentesse, La donna che canta sulle atrocità della guerra in Libano, Prisoners sull’inchiesta di un padre poliziotto sulla sparizione di sua figlia e di un’amica e infine Sicario, ambientato in un non luogo tra Stati Uniti e Messico con protagonista un’agente del FBI (Emily Blunt) chiamata a dare l’approvazione a metodi non ortodossi.
Poi è arrivata la trilogia fantascientifica. Incontrandolo a Venezia, reduce e spossato dal set del sequel di Blade Runner 2049, ci raccontava: “Io vengo da una cittadina del Quebec, quando ero ragazzo non c’era naturalmente Internet, non era stato ancora inventato il videoregistratore per cui i film o si vedevano in tv o al cinema. Nei cinema della mia città si vedevano soprattutto film americani, i primi film che mi hanno veramente chiamato in causa sono stati i film di Steven Spielberg. Per me è un Dio, corrisponde totalmente alla mia idea di cineasta e mi ha influenzato in modo totale”. Quando Denis Villeneuve aveva 10 anni e sognava di fare un film di fantascienza nei cinema c’era Incontri ravvicinati del terzo tipo. “Io adoro il senso di meraviglia che Spielberg riesce a suscitare nello spettatore, la sua capacità di sviluppare tensione verso l’ignoto. Arrival è sicuramente un omaggio al cinema degli anni Settanta e in particolare al suo cinema, quando ho avuto la fortuna di incontrarlo è stato un momento molto emozionante”.
Dal legame con Spielberg a quello con Ridley Scott che è stato accanto al regista canadese nel difficile compito di progettare il sequel, 35 anni dopo, di Blade Runner. C’è una foto che circola ormai da mesi, in cui si vedono le due generazioni a confronto: Scott – che del film è produttore esecutivo – e Harrison Ford e Villeneuve e il nuovo protagonista Ryan Gosling.
La certificazione definitiva della realizzazione di quel sogno di bambino è di poche settimane fa: è arrivata infatti la conferma ufficiale di una notizia che era nell’aria da un po’: il figlio di Herbert, Brian ha annunciato su Twitter che sarà appunto Villeneuve a tenere le redini del reboot della saga anni Sessanta e Settanta creata dal padre e portata sul grande schermo da David Lynch nel 1982. Il progetto riguarda la volontà di adattare più di un romanzo della saga di Dune. In attesa di vedere come se la caverà con il romanzo che detiene – con i suoi 12 milioni di copie – il record di libro di fantascienza più venduto, ecco cosa ci raccontava Villneuve a proposito dei suoi maestri: “Realizzando film di fantascienza la mia ammirazione per registi come Steven Spielberg, Ridley Scott o Stanley Kubrick non fa che aumentare; si è decuplicata nel momento in cui mi sono messo io dietro la macchina da presa di questo genere perché mi sono reso conto della difficoltà di questo tipo di film. Scrivere, disegnare, pensare un altro mondo… pensavo fosse una sorta di gioco e poi mi sono reso conto che si tratta di un gioco, molto, molto difficile. Blade Runner 2049 è sicuramente il film più difficile della mia vita, sono molto appassionato ma so che è veramente duro da fare”.

La Repubblica

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