Correva l’anno Duemila e con il «Grande fratello» cambiava per sempre l’intrattenimento televisivo. Iniziavano i reality con le telecamere accese H24 e con la reclusione. Oggi in tempi di lockdown, dovremmo rifuggire dalla reclusione, ancorché televisiva, invece il filone continua a piacere. Lo dimostrano il grande successo dell’ultima edizione di «Il collegio» su Rai2; la preparazione di «La caserma» presto su Rai2; e «Ti spedisco in convento» su Discovery.
La quinta edizione di «Il collegio» che si è chiusa martedì scorso — protagonisti 21 studenti tra i 14 e i 17 anni — ha avuto ascolti record: è stata la più vista di sempre, con un ascolto medio di 2.529.424, share dell’11,23%. E soprattutto un boom tra gli adolescenti e i teenagers (il 40%) che normalmente rifuggono la tv generalista. Spiegano a Rai2: «È tutto nato come esperimento sociale e ha funzionato, ottenendo subito un gran successo, cresciuto nel tempo. Il direttore Ludovico Di Meo ha curato in ogni dettaglio questa edizione scegliendo l’anno 1992 da rappresentare, e la nuova location. I genitori dei ragazzi potevano rivedere l’inizio degli Anni ’90 con l’avvio di Tangentopoli e Mani Pulite». Naturalmente Rai2 già conferma la prossima edizione sottolineando che «la forza è il racconto generazionale».
E se il filone va bene, si procede e si creano nuove declinazioni. Così la narrazione continua con «La caserma». È sempre un docu-reality: protagonisti 21 ragazzi, tra i 18 e i 21 anni, che per sei settimane vivono in una struttura (allestita come una caserma) in montagna a Levico, provincia di Trento. «Uno scenario suggestivo — spiegano a Rai2 — che si sta girando in queste ultime settimane, con grande sforzo, visto il Covid. Ma Di Meo vuole continuare a sperimentare e ora lo fa con questo nuovo format: ragazzi che si mettono alla prova con regole non prevalentemente militari, ma più che altro psicologiche, fisiche, ambientali. Sopportare il freddo, alzarsi presto, condurre una vita ordinata. Nessuna espulsione e non ci sono vincitori».
E anche in «clausura» non ci sono perdenti e vincitori. C’è preghiera, riflessione, confronto. «Ti spedisco in convento Italia» è la versione nostrana del format inglese «Bad Habits, Holy Orders», esperimento sociale in cui 5 ragazze trascorrono un periodo, chiuse in convento con le suore. Il reality è già stato registrato e ora è in fase di montaggio. Andrà in onda in primavera, sulla piattaforma streaming Discovery+ che vedrà la luce il 6 gennaio. Spiega Eugenio Bonacci, direttore contenuti di Fremantle, la casa di produzione: «È un programma di pura realtà: non c’è set, le ragazze protagoniste sono vere. Le abbiamo scelte tra quelle social addicted, con uno stile di vita molto festaiolo, e alcune con un passato complicato. Non abbiamo svelato loro il progetto, abbiamo solo chiesto se erano disponibili a partecipare a un programma che le avrebbe messe in discussione e che avrebbe anche potuto cambiarle».
Anche le suore sono vere e pure il convento è un reale convento. «Si alza un po’ l’asticella rispetto alle motivazioni — spiega ancora Bonacci —. La grande domanda è: “che cosa dà la felicità oggi?”. E a questa domanda tutte cercano di dare una risposta, sia le ragazze, sia le religiose. È un incontro tra stili di vita diversi. Qualche volta c’è stato anche uno scontro. Alcune ragazze non hanno accettato il modello offerto dalle suore. Le quali però sono state molto disponibili all’ascolto e al dialogo. Molto aperte». Ciò che emerge alla fine è anche un racconto corale di donne, visto che nel programma non ci sono uomini. E con età variegate: la suora più giovane ha meno di 30 anni, la più anziana è una 80enne e in mezzo 40-50enni. Le ragazze sono tra i 18 e i 23. «Un confronto quotidiano che porterà a riflettere anche i telespettatori».
Maria Volpe, Corriere.it