Parte domani sera la sesta edizione di Masterchef, uno dei programmi di punta di Sky Uno, prodotto da Endemol Shine Italy e con una media 2015-2016 di 1,211 milioni di telespettatori nella visione lineare, che poi raddoppiano a 2,250 milioni con le visioni in differita e on demand nei sette giorni successivi.
Ma il talent culinario (che ha anche altri tre format: Junior, Vip e Professional), oltre a essere una gara ai fornelli, è pure una competizione di business tra i quattro giudici: chef stellati e appassionati di ristorazione che ormai sono soprattutto grandi uomini di affari.
Quello con lo spirito imprenditoriale più spiccato è di sicuro Joe Bastianich (48enne da 15 milioni di dollari all’anno), che gestisce oltre 30 ristoranti nel mondo, che ne controlla 11 nella sola New York (il suo fiore all’occhiello si trova a Manhattan e si chiama Del Posto, valutato 4 stelle dal New York Times), e che, con l’amico Mario Batali, è il socio di Oscar Farinetti per tutti gli Eataly del Nord America: sia del primo Eataly di New York, aperto sei anni fa, sia del secondo, inaugurato lo scorso agosto al World trade center (investimento da 30 milioni di dollari). C’è l’Eataly di Chicago e quello aperto in novembre a Boston, nel Prudential center. «Poi sarà la volta di Los Angeles, Las Vegas e Toronto. Cerco, però, di lavorare sempre meno e di suonare di più la chitarra». Passione che lo ha portato anche quest’anno a girare per Sky Arte il programma Jack on tour negli Usa con Giò Sada. In effetti, tra Masterchef italiano (quattro mesi di lavoro), Top Gear, partecipazioni a edizioni di Masterchef in Romania, Polonia, Cina e altre trasmissioni negli Usa, il tempo rimasto a Bastianich da dedicare alla ristorazione sul campo non sembra essere molto.
Carlo Cracco (51 anni) ha due stelle Michelin per il suo «Cracco» a Milano, locale che nell’estate del 2017 si trasferirà in Galleria Vittorio Emanuele. Ha appena aperto Ovo, il ristorante all’interno dell’Hotel 5 stelle Lotte di Mosca, e prosegue, sempre a Milano, con l’altro locale «Carlo e Camilla in segheria». È una vera trottola, tra libri, programmi tv (oltre a Masterchef, pure Hell’s kitchen), show cooking ovunque e il suo ruolo di ambasciatore della cucina italiana nel mondo. «Nei prossimi mesi», assicura, «sarà anche operativo il progetto Garage Italia con Lapo Elkann».
Bruno Barbieri (54 anni), lo chef che ha collezionato in carriera più stelle Michelin di tutti (sette, un record condiviso con Gualtiero Marchesi), lo scorso giugno è finalmente riuscito ad aprire il suo ristorante, Fourghetti a Bologna. «Ho aperto un bistrot, sta per partire anche un altro Fourghetti a Miami. E poi ho altri progetti con diversi partner, in particolare nel catering in giro per il mondo. L’inaugurazione di Bologna è stata impegnativa, in molti si aspettavano un ristorante, ma secondo me oggi bisogna guardare a modelli più internazionali per lavorare bene: ok la trattoria, ok l’osteria, ma il modello bistrot funziona di più. Con me lavora Maradona, protagonista della scorsa edizione di Masterchef, e sta facendo un bellissimo percorso, ha dato un input in più al locale, e molta gente viene anche per vedere lui ai fornelli».
Infine Antonino Cannavacciuolo (41 anni), che solo da Masterchef 5 fa parte del programma: due stelle Michelin, dal 1999 gestisce l’hotel-ristorante Villa Crespi sul Lago d’Orta. E dopo l’apertura del primo bistrot
a Novara, da un paio di mesi ha inaugurato il secondo a Torino. «Il bistrot è un format che affido in gestione a persone che lavorano con me almeno da 5-6 anni. E potrebbe espandersi sia in tutta Italia, sia all’estero». Pure Cannavacciuolo è un animale televisivo, con Cucine da incubo e altri programmi per Nove.
di Claudio Plazzotta, Italia Oggi